Manfredi: “Napoli immobile da 30 anni, la trasformerò. Basta con l’idea del Sud piagnone”


Le periferie giocheranno un ruolo determinante nell’operato di Gaetano Manfredi come sindaco di Napoli. Insieme alla sfida del lavoro e dei trasporti, due dei parametri più importanti nel giudizio sulla qualità della vita, il giudizio sul primo cittadino appena eletto dovrà passare necessariamente per Bagnoli e Napoli est.

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La situazione di Bagnoli è drammatica: da zona marina e termale è stata trasformata in zona industriale, per poi essere dismessa e abbandonata all’inquinamento, all’incuria, all’abbandono totale. Le risorse stanziate sono sparite nel nulla (si fa per dire). Discorso simile per Napoli est, nei decenni interessata da uno sviluppo urbanistico più orientato alla speculazione che alla qualità, con il risultato della creazione di una vasta zona deforme, senza sviluppo, senza prospettive.

Manfredi, sindaco voluto dal Governo, proprio su questo dovrà contare per cercare di dare una svolta alla città. Da solo, con risorse esclusivamente napoletane, non può andare da nessuna parte. Ci vogliono progetti, investimenti e soprattutto quanto spetta dal Pnrr.

“Il Governo – ha detto Manfredi in un’intervista a Gennaro Sangiuliano, direttore (partenopeo) del Tg2 – negli ultimi giorni ha stabilito che il commissario per Bagnoli torna a essere il sindaco, perché per un periodo è stato un commissario di Governo. Sicuramente Bagnoli rappresenta il grande fallimento della trasformazione urbana di Napoli, trent’anni di immobilismo, risorse spese. Oggi si discute giustamente di bonifica, ma non si discute di sviluppo. Questa sarà una delle priorità della mia amministrazione, ma non solo Bagnoli: Napoli ha tante aree di sviluppo molto interessanti“.

“L’area di Napoli est, che è un’altra zona di grande potenzialità di sviluppo, dove io proprio da rettore ho realizzato un polo universitario molto importante. Il tema della trasformazione urbana, degli investimenti, dello sviluppo della città sarà uno dei temi del mio lavoro da sindaco perché Napoli ha bisogno di cambiamento. È una città immobile da troppi anni e Bagnoli ne è un po’ l’esempio. Quindi più investimenti pubblici, ma anche più capacità di attrazione degli investimenti privati. La città è come un organismo, deve essere capace di rispondere e di adattarsi a quelle che sono le sollecitazioni e i cambiamenti esterni. Napoli ha grandi potenzialità, lo dovremo fare e lo faremo”.

Io credo che noi oggi abbiamo bisogno di nuova impresa, di impresa tecnologica, impresa digitale. Già abbiamo degli insediamenti importanti a Napoli che possono essere potenziati. Abbiamo competenze nelle biotecnologie, abbiamo grandi competenze nelle nuove energie. Napoli poi è una città universitaria dove c’è tanto talento, ci sono tanti giovani. Noi veramente possiamo fare tanto, solamente dobbiamo lasciare un po’ da parte quell’idea di un Sud un po’ piagnone e un po’ assistenzialista e rimettere in campo l’idea di un Sud che è in grado di prendere in mano il proprio futuro con le competenze che ci sono”. 


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