17 marzo festa nazionale, Neoborbonici contro La Russa: “Non festeggiamo il saccheggio del Sud”

Ignazio La Russa


Il Movimento Neoborbonico risponde a Ignazio La Russa. Il nuovo Presidente del Senato, durante il suo discorso appena dopo l’elezione alla carica, parlando delle festività civili nazionali ha proposto di aggiungerne un’altra al 25 aprile, 1 maggio e 2 giugno: il 17 marzo, ossia la nascita del Regno d’Italia.

17 marzo, nascita del Regno d’Italia: perché è una data divisiva

Quella del 1861 è una data poco opportuna, in questo momento, non solo perché celebra la nascita di una monarchia in uno stato attualmente repubblicano, divenuto Repubblica proprio dopo gli orrori del fascismo che il monarca non ha minimante contrastato (al contrario, gradiva giovarsi del titolo farlocco di “imperatore”).

Il 17 marzo è una data divisiva anche visto il dibattito aperto, da qualche anno, sulla nascita della questione meridionale. Anche personaggi estranei a dinamiche meridionaliste hanno preso atto delle circostanze che si possono riassumere nelle parole di Francesco Saverio Nitti, che ne Il bilancio dello Stato dal 1862 al 1897affermò che l’Italia del Regno delle Due Sicilie portava in dote “minori debiti e più grande ricchezza pubblica”, sottolineanche che nei primissimi decenni dall’Unità vi fu un consistente “esodo di ricchezza dal Sud al Nord”.

Per non parlare di Antonio Gramsci, certamente non un “nostalgico borbonico”, il quale nel 1920 circa la costituzione del Regno d’Italia scrisse che “Lo Stato italiano è stato una dittatura feroce che ha messo a ferro e fuoco l’Italia meridionale e le isole, squartando, fucilando, seppellendo vivi i contadini poveri che scrittori salariati tentarono d’infamare col marchio di briganti”.

Per i meridionali, insomma, festeggiare il 17 marzo sarebbe quasi come imporre alle popolazioni indigene del continente americano di festeggiare la scoperta dell’America.

I Neoborbonici insorgono contro La Russa

Considerati questi aspetti i Neoborbonici sono decisi a insorgere contro la proposta di Ignazio La Russa: “Con un presidente del Senato che dichiara di voler festeggiare il 17 marzo 1861, ossia la nascita del Regno d’Italia – afferma Emilio Caserta, Responsabile Movimento Neoborbonico giovanile – la data dell’inizio della fine del Sud, della questione meridionale e dell’emigrazione mai fermata fino ad oggi e con un Presidente della Camera che ha, fin da subito, manifestato il suo appoggio all’autonomia differenziata, possiamo giungere alle conclusioni che questa legislatura infliggerà l’ultimo pesante colpo mortale al meridione d’Italia, dopo aver sottratto 840 miliardi al Sud a favore del Nord in 17 anni secondo i dati di Eurispes, con la Spesa storica”.

“Il presidente La Russa dovrebbe spiegarci – continua – anche perché il “primo” Re d’Italia si chiamava Vittorio Emanuele “Secondo”. Il Regno d’Italia, premesso che nel 1861 non includeva parte del Lazio e del Nord-Est, esisteva già da prima, considerando che la prima Legislatura del Regno d’Italia in realtà fu l’VIII, ed ebbe inizio un mese prima della nascita Ufficiale del Regno. I Corpi di guardia che conosciamo oggi sono tutti antecedenti all’Unità d’Italia. Ormai anche le pietre sanno che non ci fu la nascita del Regno d’Italia ma un’annessione di gran parte della penisola italica al Regno di Sardegna, con guerre e saccheggi, basta seguire anche logica e numeri. Insomma, risulta difficile pensare che un siciliano come il presidente La Russa, tra i primi rappresentanti della Repubblica italiana, possa ancora pensare di festeggiare la nascita del Regno d’Italia, motivo quindi del risentimento di tanti cittadini meridionali in queste ore”.


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