Vendita di armi verso Israele, sbugiardato il governo: mai interrotta dopo il 7 ottobre 2023

Antonio Tajani


Le esportazioni di armi e componenti dalla provincia di Brescia a Israele non si sono mai interrotte, nemmeno dopo il 7 ottobre 2023. A evidenziarlo sono i dati del commercio estero, che mostrano come la provincia lombarda sia l’unica in Italia ad aver continuato a inviare “armi, munizioni e loro parti” verso lo Stato ebraico nei mesi successivi all’inizio della guerra a Gaza. Lo ha rivelato, al Corriere della Sera, Giorgio Beretta (nessuna parentela con i produttori di armi), analista dell’Osservatorio permanente sulle armi leggere (Opal) con sede a Brescia.

Secondo le elaborazioni più recenti, Brescia ha esportato in quel periodo materiali per un valore di circa 1,5 milioni di euro, una cifra superiore a quella registrata da qualsiasi altra provincia italiana. Le esportazioni riguardano principalmente parti e accessori di pistole e revolver, destinati — con tutta probabilità — al mercato civile israeliano e non direttamente alle forze armate o di polizia.

Licenze mai sospese e contratti ancora attivi

A dispetto delle dichiarazioni di stop o sospensione delle forniture, il flusso di esportazioni non si è mai del tutto arrestato. A luglio, per esempio, l’Italia ha ancora inviato a Israele componenti d’arma per oltre 32 mila euro.

Nel frattempo, il governo italiano ha deciso di revocare una sola licenza di esportazione, come confermato dal viceministro degli Esteri Edmondo Cirielli in risposta a un’interrogazione parlamentare. Nessuna nuova autorizzazione è stata concessa dopo ottobre 2023, ma tutte quelle già rilasciate restano valide. Si tratta di operazioni perfettamente legali e regolarmente registrate nei database ufficiali sul commercio internazionale.

Leonardo e il nodo delle autorizzazioni

Un’ulteriore conferma arriva da Roberto Cingolani, amministratore delegato di Leonardo Spa, che ha chiarito come le licenze di esportazione concesse alla società prima del 7 ottobre non siano mai state sospese.

Cingolani ha inoltre ricordato che Leonardo Drs, la controllata che produce sistemi elettronici e radar per Israele, è registrata negli Stati Uniti e dunque non soggetta alla legge italiana 185 che regola l’export di armi. Lo stesso vale per altre aziende italiane con sedi produttive oltreoceano, come Beretta USA, che continuano a operare all’interno di un quadro giuridico differente.

L’intreccio tra accordi commerciali, produzione estera e regole nazionali mantiene così aperto il canale di esportazione verso Israele, nonostante le tensioni internazionali e le pressioni per una revisione delle politiche italiane in materia di forniture militari.


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