Ponte sullo Stretto, bocciatura imbarazzante: errori “da principianti” al Ministero di Salvini
Nov 28, 2025 - Redazione Vesuviolive
Salvini e il Ponte sullo Stretto
La bocciatura del Ponte sullo Stretto da parte della Corte dei Conti si fonda su due punti chiave: la violazione delle direttive europee sulla tutela degli habitat naturali e le modifiche sostanziali al contratto originario senza il necessario parere dell’Autorità di regolazione dei trasporti. È quanto emerge dalla deliberazione depositata dalla Sezione centrale di controllo di legittimità, che ha reso note le motivazioni del no al visto sulla delibera del Cipess dello scorso agosto.
Bocciato il progetto del Ponte sullo Stretto
Il rifiuto formale era stato annunciato a ottobre, quando la Corte aveva negato la registrazione dell’atto, frenando l’iter del progetto per il collegamento stabile tra Sicilia e Calabria. Oggi la ricostruzione dettagliata spiega come, a giudizio dei magistrati contabili, il procedimento presenti lacune istruttorie e criticità tali da violare il quadro normativo europeo e nazionale.
In special modo per quanto riguarda la seconda motivazione, si tratta a ben vedere di un errore banale dovuto ad una sostanziale ignoranza del corretto iter da seguire. Insomma, non fa dormire proprio sogni tranquilli il fatto che sia proprio un Ministero a fare queste gaffes.
Le criticità evidenziate dalla Corte: habitat naturali e contratti modificati
Nel documento si sottolinea innanzitutto la violazione della direttiva 92/43/CE, che tutela habitat naturali e seminaturali. Secondo il Collegio, l’istruttoria relativa agli impatti ambientali non sarebbe adeguatamente motivata, in particolare per quanto riguarda la delibera IROPI, quella che certifica l’interesse pubblico prevalente dell’opera.
Il secondo punto riguarda l’articolo 72 della direttiva 2014/24/UE sugli appalti pubblici: le modifiche intervenute sul contratto originario sarebbero così rilevanti da configurare variazioni sostanziali, sia sotto il profilo oggettivo sia soggettivo. A questo si aggiunge la mancata acquisizione del parere dell’Autorità di regolazione dei trasporti sul piano tariffario, richiesto dal decreto-legge 201/2011 per validare il piano economico e finanziario dell’opera.
Il Governo prova a rassicurare: “Iter avanti, lavoriamo alle integrazioni”
Nella nota che accompagna la deliberazione, la Corte precisa che esistono ulteriori osservazioni, considerate però non decisive ai fini del giudizio finale. Il Ministero delle Infrastrutture, dal canto suo, tenta di gettare acqua sul fuoco: in una nota ufficiale fa sapere di aver preso atto dei rilievi e di essere già al lavoro, insieme ai tecnici e alla Commissione europea, per colmare le lacune evidenziate.
Anche da Palazzo Chigi arrivano segnali di ottimismo. Il Governo ritiene che i punti sollevati dai magistrati contabili possano essere chiariti, assicurando un confronto che definisce “costruttivo” e finalizzato a garantire al Paese un’infrastruttura considerata strategica da decenni.
