Putin: “Non voglio la guerra con l’Europa, l’ho detto 100 volte. Ma se dovesse attaccare saremo pronti”
Dic 04, 2025 - Redazione Vesuviolive
Vladimir Putin e l'ipotesi di una guerra con l'Europa
Putin non vuole entrare in guerra contro l’Europa. Il presidente della Federazione Russa ha risposto alle domande dei giornalisti, il 2 dicembre, in una conferenza stampa a Mosca. Tra i temi trattati quello del rapporto con l’Unione Europea, soprattutto dopo le parole dell’ammiraglio Cavo Dragone – presidente del comitato militare NATO – il quale aveva ipotizzato un attacco preventivo nei confronti della Russia.
Di seguito la trascrizione integrale pubblicata, nella traduzione in italiano, sul sito dell’ambasciata russa in Italia e a San Marino.
Putin e l’ipotesi di una guerra con l’Europa
Domanda: A breve Lei incontrerà Steven Witkoff, giunto a Mosca appositamente per incontrarla. Di fatto, il processo negoziale al momento sta procedendo solo con la parte americana. Perché gli europei tacciono? Perché hanno preso le distanze dal processo [negoziale]?
Vladimir Putin: Gli europei non tacciono. Sono contrariati, come se in qualche modo fossero stati estromessi dalla conduzione delle trattative. Ma vorrei far notare che nessuno li ha esclusi. Si sono estromessi da soli. Per qualche tempo, abbiamo intrattenuto con loro stretti contatti. In seguito, hanno interrotto bruscamente tali contatti con la Russia. […]
Perché l’hanno fatto? Perché hanno adottato l’idea di voler infliggere una sconfitta strategica alla Russia e, a quanto sembra, vivono ancora in questa illusione. Sebbene capiscano, sebbene razionalmente sappiano che quest’idea appartiene ormai da tempo al passato, e che ciò non sarebbe potuto accadere, a suo tempo hanno voluto illudersi; e adesso non riescono ad ammetterlo a se stessi, non vogliono. Si sono ritirati da soli dal processo negoziale, e questo è il primo punto.
Il secondo punto è che, dato che adesso non gradiscono neppure l’esito ottenuto, hanno iniziato a ostacolare l’attuale amministrazione statunitense e il Presidente Trump nei loro sforzi mirati a raggiungere la pace attraverso i negoziati. Sono stati loro a voler rinunciare ai colloqui di pace, e adesso stanno cercando di ostacolare il presidente Trump.
Terzo punto: loro non hanno un programma di pace; sono schierati dalla parte della guerra. E anche quando cercano di avanzare delle modifiche alle proposte di Trump, vediamo comunque chiaramente che tutte le modifiche proposte mirano a un solo obiettivo, ovvero a bloccare l’intero processo di pace, ad avanzare richieste che sono assolutamente inaccettabili per la Russia (e loro questo lo sanno benissimo), per poi in seguito poter incolpare la Russia del fallimento del processo di pace. Ecco, è questo il loro obiettivo. […]
Pertanto, se vogliono davvero tornare sul piano della realtà basandosi sulle circostanze che si stanno evolvendo “sul campo”, come si dice in questi casi, allora che facciano pure, per noi va bene.
Domanda: Il Ministro Szijjártó ha affermato proprio oggi che potremmo trovarci in guerra con l’Europa. Egli afferma che la NATO, la sua parte europea, si sta preparando ad avere le truppe completamente allertate al combattimento entro il 2029, e che entro il 2030 sussisterà il rischio di un conflitto armato. Ci stiamo veramente preparando a qualcosa del genere?
Vladimir Putin: Noi non abbiamo intenzione di entrare in guerra con l’Europa; l’avrò già detto un centinaio di volte. Ma se l’Europa improvvisamente dovesse voler combattere contro di noi e desse inizio a un conflitto, noi saremmo pronti fin da adesso. Non ci sono dubbi al riguardo. Solo che, dove sta il problema? Se l’Europa improvvisamente desse inizio a una guerra contro di noi, credo che tutto accadrebbe molto rapidamente… [L’Europa] non è l’Ucraina. Noi in Ucraina stiamo agendo con precisione chirurgica, con grande attenzione. È chiaro, non è vero? Quella non è una guerra nel senso letterale, moderno del termine. Ma se l’Europa improvvisamente volesse dare inizio a un conflitto contro di noi e così facesse, allora potrebbe venire a determinarsi molto rapidamente una situazione in cui non avremmo più nessuno con cui negoziare.
Domanda: Potrebbe commentare gli attacchi condotti ai danni delle petroliere al largo delle coste turche? Proprio oggi si è verificato un altro incidente di questo genere.
Vladimir Putin: […] Le forze armate ucraine hanno già tentato in passato di colpire i nostri porti. Noi abbiamo risposto, abbiamo risposto ai loro attacchi (perché non eravamo stati noi a iniziare) con attacchi analoghi. […] E [le nostre risposte] hanno coinvolto in primo luogo quelle navi, quelle imbarcazioni con le quali venivano consegnate attrezzature, equipaggiamento e ordigni militari all’Ucraina. […] Ma ciò che le forze armate ucraine stanno facendo in questo momento si chiama pirateria.
Domanda: Quali contromisure potrebbero essere messe in campo da parte nostra?
Vladimir Putin: Noi amplieremo la gamma di attacchi simili ai danni di impianti portuali e di navi, di quelle navi che fanno ingresso nei porti ucraini. Se questa situazione si dovesse protrarre nel tempo, prenderemo in considerazione la possibilità, e non dico che lo faremo, ma la prenderemo in considerazione, di ricorrere a contromisure nei confronti delle navi di quei Paesi che stanno offrendo supporto all’Ucraina nel condurre queste sue operazioni di pirateria.
L’opzione più radicale sarebbe quella di isolare l’Ucraina dallo sbocco sul mare. In tal caso, la pirateria risulterebbe [per l’Ucraina] fondamentalmente impossibile da mettere in atto. Ma questo, se la situazione dovesse peggiorare. Spero che i vertici militari ucraini, la sua leadership politica e tutti coloro che li sostengono si fermino a riflettere se valga la pena di continuare con questa pratica.
