I 10 (veri) comandamenti per gustare il caffè a Napoli


Napoli – Il “The Telegraph”, noto giornale inglese, ha recentemente redatto una lista con i dieci “comandamenti” per ordinare il caffè in Italia: regole più o meno tassative da rispettare in tutti i bar della nostra penisola. Purtroppo, molto di quanto scritto è influenzato da luoghi comuni e caratterizzato da una conoscenza approssimativa delle nostre abitudini. Alcune regole sono giuste, altre completamente inventate, sopratutto se i comandamenti fanno riferimento anche a Napoli. Nella nostra città, infatti, il culto del caffè è ben più marcato ed ha davvero comportamenti ben precisi da seguire.

Per questo motivo noi di Vesuvio Live abbiamo pensato di redarre noi una lista dei veri comandamenti per ordinare un caffè a Napoli nel modo giusto:

1) Il saluto. Per quanto si possa andare di fretta e nonostante le mille cose a cui pensare nessuno è tanto impegnato e distratto da non poter salutare. Questa è una regola fondamentale appena si entra in un bar… ed in qualunque altro posto. Assonnati, stanchi, confusi o arrabbiati, ricordate sempre che il barista che farà il vostro caffè è, probabilmente, lì dietro dalle 6 del mattino e regalargli almeno un “Buongiorno!” ed un sorriso non vi costa nulla.

2) Pagare prima. Non siamo in un film colorito e nemmeno nel selvaggio west dove bisogna ordinare al barista urlando e chi riesce a farsi sentire meglio viene servito prima. A Napoli, come in qualunque altro bar d’Italia, prima di ordinare è necessario pagare e presentare lo scontrino al banco: è un modo per non confondere chi prepara i caffè, che avrà sempre la certezza di quanti farne e quanti hanno ordinato. Inoltre, è buona educazione tener fermo lo scontrino con il resto lasciato alla cassa: 10, 20 centesimi che verranno raccolti dal barista come mancia. Ovviamente, si può derogare a questo principio se il rapporto con il locale ed il barista è così frequente da non lasciar dubbi sul pagamento.

3) Al banco. Il caffè al bar, a Napoli, va categoricamente preso al banco. Anche nel caso in cui la bevanda venga accompagnata da una bella sfogliatella, questa va consumata in piedi. Oltre alla velocità con cui generalmente viene consumato il caffè ed il numero di volte in cui ci si ferma a prenderlo, il motivo è anche quello della condivisione dello spazio: anche se si è da soli, prendendo il caffè a fianco a perfetti sconosciuti sentiamo di appartenere ad una grande famiglia che ha scelto quel preciso momento per un piccolo piacere. Ci sono comunque eccezioni anche in questo caso: per incontri di lavoro, tra vecchi amici o, perché no, amorosi il “caffè” è solo un pretesto per parlare: è allora il caso di sedersi e far durare quella tazzina tutto il tempo che occorre.

4) L’acqua. Contrariamente a quanto avviene nel resto d’Italia, nell’attesa del caffè viene offerto un bicchiere d’acqua fresca al cliente. In alcuni bar viene chiesta prima la preferenza fra naturale o frizzante (e non “liscia o gasata”), in altri, quelli più tradizionali, viene dato direttamente leggermente frizzante. Non è un caso. Il bicchiere d’acqua non è solo un modo per dissetare i clienti, ma per pulire la bocca e gustare al meglio la bevanda: un’acqua leggermente frizzante assolve meglio a questa funzione. Il napoletano rabbrividisce quando ascolta che nei bar del Centro e del Nord Italia il bicchiere d’acqua ha costo, che di solito si aggira sui 50 centesimi: a Napoli il bicchiere l’acqua è gratis, anche per coloro che non prendono niente.

5) Giusto ordine. Nel caso in cui si sia ordinata un dolce l’ordine da seguire per consumare è: dolce, bicchiere d’acqua e caffè. In quasi tutti i bar il problema non si pone perché i baristi aspettano che finiate di mangiare prima di preparare il caffè.

6) Latte? Chi vuole sopperire alla colazione ordina un caffè macchiato, quindi con un goccio di latte, ma, di regola, il caffè va preso senza aggiunte salvo lo zucchero. Del resto, per quanti se ne prendono il latte potrebbe diventare invasivo per lo stomaco. Cappuccino, latte e caffè ed altre bevande simili andrebbero ordinate da seduti, non al banco. Alcune eccezioni sono ammesse, come il caffè alla nocciola (famosissimo quello del Professore a Piazza San Ferdinando) o il caffè freddo d’estate.

7) Amaro. Il caffè va servito comunque amaro, salvo casi in cui siate voi ad ordinarlo già zuccherato, magari con l’aggiunta di qualche cremina tipica del bar. Premunitevi quindi delle bustine di zucchero poste sul bancone. Un consiglio: lasciate stare lo zucchero di canna, che altera il sapore del caffè.

8) La tazza (che deve essere calda). Il caffè va preso nella tazza: il vetro o, peggio, la plastica non sono recipienti adatti a gustare il vero caffè napoletano. La tazza deve essere inoltre calda (rovente negli orari di punta, quando c’è un’affluenza massiccia di clienti) perché il caffè non deve subire quello shock termico, quell’improvviso abbassamento della temperatura, che ne comprometta la gustabilità. Una tazza calda, inoltre, è sintomo che è stata lavata correttamente: il calore infatti ammazza i germi. Se non riuscite a tenere la tazzina in mano basta prenderla con i resti della bustina di zucchero ed il gioco è fatto, ma attenti a non scottarvi le labbra!

9) Caffè sospeso. È prassi, a Napoli, lasciare un caffè sospeso: si paga un caffè in più per permettere ai più sfortunati il lusso di una tazzina. È un gesto di nobiltà d’animo, sintomo di quella solidarietà tipica del popolo napoletano. Il sospeso va lasciato al momento di pagare, perciò quando vi accingete ad eseguire il comandamento numero 2.

10) Educazione. È preferibile non urlare, non parlare ad alta voce e non muoversi troppo. Ricordate sempre che il caffè è un rifugio pacifico dal caos della vita, quindi non distruggete il paradiso altrui. Salutate, ancora: anche quando vi allontanate dal bancone, ricordate che il barista resterà lì, probabilmente, fino a sera: un “Buon lavoro” fa sempre piacere riceverlo.


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