Meraviglia a Napoli, apre la stazione Duomo: è come una passeggiata nello spazio


La stazione Duomo è finalmente prossima all’apertura. La nuova fermata della Metropolitana Linea 1 sarà inaugurata questa estate, dopo quasi 20 anni di lavori: il cantiere partì infatti il 14 novembre 2001, cambiando per due decenni il volto dei Quattro Palazzi, ovvero Piazza Nicola Amore, uno degli slarghi più noti della città di Napoli.

Stazione Duomo: i ritrovamenti archeologici

Un passo fondamentale per il collegamento della metropolitana al centro storico, trovandosi la stazione Duomo in corrispondenza – appunto – di via Duomo e dunque dei decumani. Lavori molto lunghi dovuti certamente agli oggettivi problemi italiani nel completare celermente le opere pubbliche, ma anche ai numerosi ritrovamenti archeologici che hanno richiesto diverse modifiche in corso d’opera al progetto originale.

Vari resti archeologici si sono succeduti nel corso del tempo, come il Gymnasium, il Tempio dei giochi Isolimpici voluti dall’imperatore Augusto nel 2 d.C. e un porticato ellenistico dell’età Flavia, oltre a tombe e scheletri. Resti che saranno visitabili ma anche visibili dalla piazza, grazie alla cupola di vetro trasparente, il pezzo più emblematico della stazione progettata dall’archistar Massimiliano Fuksas e sua moglie Doriana Mandrelli.

stazione duomo internoUna passeggiata nello spazio

Molto suggestiva sarà la discesa verso il piano dei binari, paragonabile alla passeggiata di un astronauta che vede la terra dalla luna e osserva le fasi del giorno che si susseguono. È stato proprio Fuksas a spiegare che esperienza sarà: “Abbiamo previsto che si possa vedere la luce del giorno attraverso la cupola trasparente sotto la quale c’è il tempio. Nel piano sottostante, si vedono ancora il cielo e i palazzi di piazza Nicola Amore attraverso una trave scoperta, fissa nel vetro. Ancora più sotto si trovano le banchine, lungo le quali sono montati una serie di pannelli retroilluminati. È come una passeggiata lungo le ore della giornata: i colori cambiano, si va dal celeste chiaro all’arancio del tramonto e oltre, alla notte”.


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