Eboli. 15enne ucciso da una scossa elettrica: accusati i genitori


La sofferenza per la morte di un figlio non arriva da sola per due genitori di Eboli: si aggiunge ad essa, la colpa. Paolo Iannece (55 anni) ed Alba Mercadante (45 anni), genitori di Michele (15 anni), sono stati chiamati in Tribunale, dal Pm Roberto Penna, con l’accusa di omicidio colposo per la morte del figlio e non sono stati i soli. Indagati per omicidio e cooperazione in delitto colposo anche lo zio di Michele, Giuseppe Iannece e l’elettricista Vito Mirra (30 anni).

I fatti risalgono al 19 agosto 2014, quando Michele fu colpito da una violenta scossa elettrica nel giardino di casa, presso il Quadrivio di Campagna, comune di Eboli; il ragazzo fu vittima della scossa mentre annaffiava le piante di famiglia. L’impianto elettrico, non a norma, come constatarono allora i Carabinieri, fu colpevole della morte del ragazzino il quale, invano, fu trasportato in ospedale; i medici non provarono neanche a rianimarlo poiché presso la struttura ospedaliera arrivò già morto.

Ebbene, il diritto penale per certi versi si presenta contorto. Soprattutto agli occhi di Paolo ed Alba, che non riescono a capire come la legge li accusi dell’omicidio del figlio, per il quale erano pronti a dare la loro stessa vita.

Per molto tempo, il Quadrivio di Campagna ha ricordato con manifestazioni sociali e sportive il piccolo Michele, scomparso ingiustamente per un banale incidente casalingo. Ed ora, sul banco degli imputati, i suoi genitori: come dire dopo il danno, la beffa…morale.


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