Scuole superiori ridotte da cinque a quattro anni: Napoli pronta a sperimentare!


Che la scuola italiana vada riformata è cosa piuttosto nota a tutti, il vero problema però, resta capire in che modo e secondo quali parametri debba avvenire il cambiamento. Il Miur la sua idea in proposito ce l’ha e prevede la riduzione di un anno nel percorso scolastico superiore.

Le scuole superiori non dureranno più 5 anni ma 4. Questa l’idea che attualmente in via di sperimentazione negli istituti statali «Orazio» di Bari, «Garibaldi» di Napoli e «Telesi » di Telese Terme, oltre che agli istituti paritari «Esedra» di Lucca e «Visconti» di Roma. Napoli in cima alla lista pronta a sperimentare, non senza dubbi, una nuova realtà di studi che potrebbe (il condizionale è d’obbligo) rivelarsi vincente!

Ricordiamo che i nuovi istituti andranno ad aggiungersi all’«Olga Fiorini» di Busto Arsizio, al «San Carlo» di Milano e al «Guido Carli» di Brescia, già autorizzati alla sperimentazione lo scorso anno. Eppure le polemiche continuano ad infuriare. l’Anief, Associazione professionale sindacale, ha lanciato un vero e proprio allarme, ritenendo una follia l‘insistenza da parte del governo nel voler a tutti i costi avviare un simile progetto.

Marcello Pacifico, presidente Anief e segretario organizzativo Confedir dichiara: «Temiamo che si possa allargare la sperimentazione della didattica con i tempi di apprendimento compressi a tutte le scuole superiori italiane: già il Governo Monti aveva quantificato un risparmio nazionale, attraverso la sparizione di 40 mila docenti oggi impegnati nelle classi quinte di tutte le superiori d’Italia, pari a un miliardo e 380 milioni di euro» e poi aggiunge: «Non riusciamo a comprendere come l’amministrazione scolastica possa continuare a insistere sul progetto di riduzione delle superiori. È infatti provato che la riduzione dell’offerta formativa e del tempo scuola non farebbe che acuire il problema degli abbandoni scolastici, con Sicilia, Campania, Calabria e Puglia dove vi sono aree con il 45% di studenti che non arrivano al diploma. Il tutto in Italia è aggravato dall’alta presenza di neet, che nel 2012, come ha rilevato il Cnel, sono arrivati a 2 milioni 250 mila, praticamente un giovane su quattro tra i 15 e i 29 anni».


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