Salsicce e friarielli. Storia e ricetta del piatto napoletano per eccellenza



Abbiamo ribadito più volte la bontà e la particolarità dei piatti tipici della cucina campana, unici al mondo, frutto di antichissime ricette tramandate di generazione in generazione. È difficile stabilire quali siano i più buoni, la scelta è ampia e ce n’è per tutti i palati: dai piatti di carne, come le polpette al sugo, a quelli di mare, come il polpo alla Luciana ai classici ed intramontabili, come la pizza.

Tuttavia ce n’è uno che, per diversi motivi, supera quasi tutti, un must della tradizione napoletana: salsicce e friarielli!

Un piatto a base di verdure e carne, davvero unico ed inimitabile.  Non c’è napoletano che si rispetti che non li ami e li prepari ad hoc. I friarielli, che crescono nelle zone di Napoli, sono difficilmente reperibili in altre zone della Campania e d’Italia, infatti vengono sostituiti con le cime di rapa ma la ricetta viene così stravolta.

Anticamente le colline di Posilipo e soprattutto del Vomero erano piene di orti e di terrazzamenti coltivati digranti.

La collina del Vomero, dove crescevano i friarielli, fu denominata “’O colle de’ friarielle”. Oggi le zone in cui vengono coltivati sono per lo più quelle interne della Campania: Afragola, Acerra, Aversa, Caivano, Cardito, Casoria e nelle province di Avellino e Benevento e nella piana del Sele, presso Salerno.

friarielli

Ci sono diverse interpretazioni per quanto riguarda il nome: alcuni sostengono che derivi dal castigliano “frio-grelos” che significa broccoletti invernali ed altri dal verbo napoletano “frijere”, friggere

Quali sono le origini di questo piatto così succulento ed unico al mondo?
Nel periodo di maggior povertà, le donne napoletane, soprannominate “zandraglie”, si recavano nelle cucine dei nobili, dove i “Monsù”, ovvero i cuochi d’Oltralpe, elargivano avanzi di cibo, come le interiora del pollame e degli animali. Era un modo per far fronte alla fame ma non sempre era possibile reperire qualcosa.

Con il loro ingegno, i napoletani iniziarono a rendersi conto che per assicurarsi il cibo quotidiano avrebbero dovuto “puntare” su alimenti umili e poveri, come le cime di rapa. Iniziarono così a cogliere gli ammassi floreali non ancora aperti delle rape ed a cucinarli, aggiungendo lo strutto, a nzogn, per dare sapore e rende estremamente caloriche. Oggi lo strutto è stato sostituito con l’olio extravergine d’oliva.

Venivano sempre accompagnati dalle salsicce, rigorosamente di maiale.

“ ‘A sasicc’ è ‘a mort d’ ‘o friariell” dice un detto napoletano.

Come si preparano salsicce e friarielli alla napoletana?
Pochi e semplici passaggi occorrono per preparare il piatto napoletano d’eccellenza. Ecco la ricetta per 4 persone.

Ingredienti
4 fasci di friarielli
4 salsicce
2 spicchi d’aglio
olio extravergine d’oliva
peperoncino
sale

Procedimento
Mondate i friarielli, eliminando i gambi e le foglie più dure. Lavateli accuratamente e fateli sbollentare in acqua per cinque minuti.

In una casseruola mettete l’olio, l’aglio, fate soffriggere e friggete i friarielli, salandoli quanto basta.

In una padella, con olio per friggere, friggete le salsicce bucherellandole con la punta di una forchetta.

A cottura ultimata unitele ai friarielli in modo tale che i sapori si amalgamino. Ecco pronto il vostro succulento piatto di salsicce e friarielli. Buon appetito!


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