Riqualificazione urbanistica: Napoli come Barcellona


Per le vicende economiche, sociali, politiche e culturali, Napoli era la città più europea tra quelle italiane. Basti pensare solo che, tra la fine del Cinquecento e gli inizi del Seicento, Napoli rappresentava la seconda città più popolosa d’Europa, dopo Parigi.

E per quanto lo si voglia negare, purtroppo, tanti sono i primati che la contraddistinguono nella sua storia e tanti sono quelli che oggi la rendono ancora, tra gioia e dolore, una città europea. Per esempio la realizzazione della linea 1 della metropolitana che, escludendo le contestazioni per i tempi di realizzazione, i costi e in generale il problema dei trasporti pubblici, sta delineando, attraverso la logica delle “stazioni dell’arte”,  il profilo di  una città moderna. Nonostante tutti gli attacchi mediatici, le tante colpe delle istituzioni e dei cittadini, l’incapacità di fare sistema e sfruttare l’enorme potenziale del nostro territorio, Napoli registra il boom di turisti!

stazioni dell'arte

Ma tanto c’è da fare e da investire, per dare a Napoli il ruolo di città moderna ed europea a tutti gli effetti.  In tale ottica, lo sviluppo e il rilancio di una città e del suo territorio deve passare necessariamente attraverso una rigenerazione urbana.

Rigenerazione è sinonimo di rinnovamento e nello specifico la rigenerazione urbana ha  come primo passo quello della riqualificazione urbanistico-architettonica della città esistente.

La notizia dei 100 milioni stanziati dalla Commissione Europea relativi al progettoCentro Storico di Napoli – valorizzazione del sito Unesco” rende doverosa una riflessione. Un’occasione che Napoli rischia di perdere!

Negli ultimi vent’anni, a livello europeo, la riqualificazione urbanistica è andata sempre più sviluppandosi nelle modalità di una “progettazione culturalmente consapevole” frutto di una riflessione  teorica che tiene conto della storia dei luoghi e della tutela delle identità (storiche, culturali e sociali).  E molti sono a livello europeo i progetti attuati sia in termini di recupero e di restauro del patrimonio culturale esistente sia in termini di ridata dignità a contesti urbani degradati. In particolare, la necessità di una progettazione culturale è stata determinata dal ritorno ad un’occupazione degli spazi pubblici per una fruizione culturale che va ad incidere in termini di intervento nell’urbanistica di una città.

NapoliPalazzoReale

 

Infatti è sotto agli occhi di tutti che la valorizzazione del patrimonio culturale di una città,  in generale di un territorio, passa sempre di più attraverso l’ideazione, la progettazione, il marketing e la comunicazione di eventi culturali. In tal senso ruolo fondamentale è quello della associazioni culturali che costituiscono una fetta importante dell’offerta culturale di intere città e regioni.

Barcellona, forse meglio di altre realtà urbane europee, si configura come modello per quanto concerne le trasformazioni urbane intese come strumento volto alla riqualificazione urbana e sviluppo di un territorio. Barcellona e Napoli hanno molti tratti simili, come le caratteristiche geomorfologiche di città racchiusa e definita da elementi naturali e disegnata quindi dalla geografia. Simili anche nell’immagine e nell’uso degli spazi collettivi (strade, piazze, giardini) intesi come luoghi in cui si svolge la vita cittadina, lontani dal freddo decoro mitteleuropeo ed ancora nella ricchezza del patrimonio storico-artistico, segnato spesso dal degrado fisico e sociale.

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Mentre, durante il regime franchista, Barcellona era tenuta in un ruolo relativamente periferico ed emarginato, con il passaggio ad un processo democratico, già alla fine degli anni settanta del novecento, viene avviato una ampio programma di rinnovamento urbano che investe l’intera città. Questa, nel suo complesso, era molto degradata con un centro storico che aveva subito nel tempo interventi non coordinati di sostituzioni edilizie e trasformazioni di destinazioni d’uso.  Sicuramente l’evento olimpico del 1992 diventa  per Barcellona occasione per conseguire uno sviluppo della città attraverso interventi di trasformazione e riqualificazione urbana. Inoltre nell’ambito della trasformazione urbanistica di Barcellona, si è intuito come questa dovesse essere associata ad un’attenta politica culturale. Infatti, in tal senso, da circa un decennio, la città catalana è internazionalmente riconosciuta come capitale culturale della Spagna, grazie anche ai suoi ricchi programmi espositivi e alla sua grande offerta di spettacoli ed attività culturali. Gli spazi pubblici di Barcellona vengono concepiti come appendici di importanti contenitori culturali, recuperati o realizzati ex novo, soprattutto nel caso dei quartieri disagiati.

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Uno dei casi più interessanti nell’ambito della politica di riqualificazione urbana di Barcellona è rappresentato dal quartiere di El Raval, uno dei due quartieri storici di Barcellona, analogo per componente sociale, degrado e struttura urbana, ai Quartieri Spagnoli. El Raval nasce come sobborgo, piuttosto caotico in epoca medievale, che per secoli è stato sede di delinquenza e prostituzione. L’amministrazione comunale, negli anni ’90, decide di attuare una politica di recupero urbano dell’intero quartiere, investendo nella realizzazione di strutture culturali permanenti quali catalizzatori di sviluppo dell’intera area. Questo è stato attuato sia attraverso il recupero di un edifico storico (Centro di Cultura Contemporanea) sia attraverso la realizzazione di una nuova struttura (Museo di Arte Contemporanea) costruito dall’architetto statunitense Richard Meier. Con l’apertura del museo di arte contemporanea che è diventato luogo di aggregazione, il quartiere di El Raval conosce una rinascita: nuove gallerie di arte, nuovi negozi e ristoranti.

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El Raval pur rimanendo un quartiere difficile, grazie agli interventi di recupero urbano, è uscito dalla sua condizione di emarginazione metropolitana, diventando uno dei luoghi più moderni e cosmopoliti di Barcellona, frequentatissimo dai barcellonesi amanti dei locali multiculturali e multirazziali. Nel suo complesso, El Raval è un quartiere che piace molto anche agli stranieri rappresentando un luogo di attrazione turistica, con il conseguente sviluppo delle attività ad essa correlata, determinandone un beneficio economico. Quindi, pur con i numerosi problemi ancora presenti nel quartiere, tale politica ha rappresentato la premessa per la rigenerazione totale dell’intero quartiere che acquista una nuova identità e soprattutto un ruolo culturale in rapporto all’intera città.

museo di arte contemporanea di barcellona

Non ce ne vogliano i cugini spagnoli e se ne convincano tutte le istituzioni locali  del nostro territorio che con una simile politica di riqualificazione urbanistica e i benefici che ne derivano, cosa potrebbe fermare Napoli dal rivestire il ruolo di grande polo attrattivo turistico-culturale a livello europeo?


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