Il deputato Caramiello: “Vogliamo rilanciare il Sud, da sempre offeso e bistrattato”


Tra speranze, promesse non mantenute e fondi mai arrivati, il Sud ha bisogno realmente di cambiare rotta e intraprendere un percorso fatto di interventi concreti. Esigenze che ci hanno spinto ad incontrare il deputato del Movimento 5 Stelle Alessandro Caramiello – residente a Portici, fondatore dell’Intergruppo Parlamentare per il Sud, Aree Interne ed isole minori e presidente dell’associazione Portici Borbonica – che ci ha parlato dei progetti futuri per il Mezzogiorno d’Italia.

Il futuro del Sud, l’intervista al deputato Caramiello

– Deputato Caramiello, finalmente dopo San Giorgio a Cremano anche a Portici è stata intitolata l’esedra di Palazzo Reale a Re Carlo di Borbone. Molti cittadini sottolineano il suo ruolo principale in questa storia durata anni e portata finalmente a conclusione. Al di là del suo ruolo di consigliere comunale e presidente dell’associazione Portici Borbonica, quanto hanno pesato le sue azioni politico-culturali negli ultimi mesi al fine di spingere sulla nomina della ormai tanto attesa Piazza Carlo di Borbone?

“Questa è un’attività iniziata nel 2019 quando ero Consigliere comunale e portai all’attenzione del sindaco la possibilità di intitolare una strada ai Borbone che grande hanno reso anche la nostra città di Napoli e di conseguenza di Portici: basti pensare come nel ‘700 grandi personalità come Goethe, Mozart, Papa Pio IX hanno alloggiato nel nostro Palazzo Reale.

Passato il periodo della pandemia che ha rallentato tutta una serie di eventi organizzati, ho richiesto nuovamente, una volta eletto parlamentare, e come presidente dell’associazione culturale Portici Borbonica, che venisse intitolata la piazza a Carlo di Borbone, spiegando il perché intitolare una strada ai Borbone ed illustrando l’importanza del primo Re dei Borbone nelle due Sicilie”.

– Ha fondato ormai diversi mesi fa l’Intergruppo Parlamentare per il Sud, Aree Interne ed isole minori, progetti solo annunciati negli anni precedenti da altri ma mai realizzati. Come mai la scelta anche di accogliere parlamentari di quei partiti che un tempo hanno creato problemi al Sud?

“Questo intergruppo ha l’obiettivo di valorizzare il Mezzogiorno, mettendo in campo tutta una serie di iniziative in maniera trasversale che uniscano tanti parlamentari meridionali di ogni partito. Al momento ce ne sono circa 40 di tutte le forze politiche. Il gruppo è coadiuvato da un ufficio di presidenza tecnico con l’obiettivo di rilanciare un Sud da sempre offeso e bistrattato.

Durante questa mia esperienza politica sto conoscendo tanti parlamentari che finalmente, mettendo quasi da parte gli interessi partitici, hanno deciso di mettere prima di tutto i territori meridionali che non hanno voce, e questo gli fa veramente onore. A volte i fondi destinati al Sud neanche li conosciamo, e fino ad oggi chi era stato mal formato e mal informato dal punto di vista degli uffici e degli osservatori per i fondi europei e nazionali, è più preparato, ragion per cui questo intergruppo sarà certamente sul pezzo”.

Al Sud dovevano arrivare quasi il 70% dei fondi del PNRR per una serie di ragioni che ben conosciamo, ma questa cifra si è totalmente abbattuta. Che novità ci sono dal punto di vista della ripartizione di questi fondi? Abbiamo letto da poco che anche altri 2 miliardi di euro sono stati sottratti al Mezzogiorno. Ancora non abbiamo superato la mentalità nord-centrica che prevede di prelevare fondi dal Sud se serve?

“Nella scorsa legislatura il ministro del Sud Mara Carfagna, aveva stabilito che il 40% dei fondi del PNRR dovevano andare al Sud. Oggi assistiamo al fenomeno di alcuni fondi del Sud che vengono dirottati verso il Nord. Stiamo monitorando, anche con l’intergruppo, tutte le operazioni che sta facendo questo governo così capiremo quanti miliardi saranno stanziati per il Sud e quanti invece saranno dirottati altrove. I fondi del PNRR sono arrivati in Italia, ben 209 miliardi, proprio grazie alle difficoltà del Sud in termini di disoccupazione, PIL, e popolazione. Insomma, non è facile, ma il problema va affrontato ed anche risolto dopo 160 anni“.

Oggi è deputato al Parlamento per il M5S. Ha intenzione di candidarsi a sindaco di Portici tra qualche anno, considerando che l’attuale sindaco è alla conclusione del suo doppio mandato, quindi con altre carte da riscrivere? In tal caso che progetti culturali e politici avrebbe come sindaco di Portici?

“Non ho mai messo limiti alla Provvidenza, oggi sto espletando il mandato da Parlamentare della Repubblica, ma ho sempre avuto un’attenzione particolare verso la mia città di Portici di cui provo un amore viscerale. A Portici c’è ancora tanto da fare, purtroppo solo per la realizzazione del Lungomare ci abbiamo messo più di vent’anni, tra promesse e propaganda politica. Hanno aperto una sola parte, per giunta poco fruibile dai cittadini, ed è totalmente sterile e freddo tra cemento ed asfalto, senza personalità e bellezza ‘alla napoletana’. Insomma, bisogna cambiare classe dirigente, fare in modo che tutte le nostre ricchezze vengano valorizzate, anche per creare indotto lavorativo. Per la mia città ci sarò sempre e vedremo per il futuro cosa accadrà”.


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