De Luca sulla protesta a Napoli: “C’erano pezzi di camorra e pezzi di…”


Ospite per la seconda volta in pochi giorni a ‘Che Tempo Che Fa’, il Presidente della Regione Campania De Luca parla della manifestazione avvenuta venerdì scorso e del nuovo Dpcm.

Si apre l’intervista proprio con la domanda del conduttore su cosa il presidente ne pensasse delle manifestazioni avvenute durante il fine settimana. L’uomo chiarisce che nei mesi scorsi il 90% dei cittadini napoletani avesse dato prova di disciplina e responsabilità. Importante anche la presenza di un malessere sociale dovuto principalmente a problemi economici.

“I protagonisti ( della nottata di venerdì 23 ottobre) c’entrano ben poco con il disagio sociale e il malessere delle categorie economiche.” spiega quindi, dividendo il gruppo in tre categorie: “pezzi di camorra, pezzi di antagonisti e pezzi di neofascisti e pezzi di qualcos’altro”. Aggiunge anche che  la camorra ha interesse ad avere il campo libero per poter spacciare tranquillamente.

Il Presidente commenta anche le scene di venerdì sera, trovandole molto belle per la straordinaria organizzazione. Infatti, sembra che tale manifestazione fosse organizzata già da una settimana, spiega De Luca, con tanto di parola d’ordine per darne il via: ‘scassiamo tutto’. “Alla fine c’è stata anche una festa: un po’ di Piedigrotta, fuochi d’artificio, petardi. È stata veramente una bella manifestazione.” commenta ironicamente. La cosa positiva della manifestazione, sottolinea De Luca, è stato l’arresto di due spacciatori, con l’augurio che sia l’inizio di una svolta radicale in termini del controllo del territorio.

Si passa quindi alla domanda sul nuovo Dpcm, se è sufficiente o se è solo l’inizio di misure ben più aspre. De Luca risponde che è un passo in avanti, ma non basterà per far fronte alla situazione attuale. Confrontando la situazione attuale con quella di febbraio-marzo, il Presidente sottolinea due elementi che allora non erano presenti. Si tratta infatti della riapertura delle scuole e della stagione influenzale, oltre al differente numero di contagi. Per far fronte alla situazione dunque, c’erano solo due possibilità: o chiudere tutto per un mese o prendere misure intermedie. “Il Governo ha scelto la seconda strada. Questa seconda strada ha dei punti di criticità.”

Una delle criticità riguarda proprio la scuola. “Abbiamo fatto un raffronto nelle due settimane prima dell’apertura dell’anno scolastico e nelle due settimane successive. Nelle due settimane successive il contagio è aumentato sulla popolazione complessiva di tre volte e sulla fascia d’età da 0 a 18 anni di 9 volte. Con un dato estremamente preoccupante, la fascia di età del contagio è esattamente identica per quella 0-5 e per quella 15-18 anni.”spiega De Luca con i dati raccolti.

“Il mondo della scuola è oggi piaccia o meno uno dei vettori più grandi di contagio nelle famiglie.” conclude il discorso con un’amara constatazione.


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