Renato Caccioppoli: il genio napoletano della matematica


Renato Caccioppoli è una figura celebre nel campo di studi e di sviluppo dell’analisi matematica in Italia e nel mondo. Nasce a Napoli da padre chirurgo e da madre russa il 20 gennaio 1904 e muore nella stessa l’8 maggio 1959.

Si diplomò ad Avella, in provincia di Avellino, e dal 1921 si avvicinò al mondo della matematica, dapprima iscrivendosi alla Facoltà di Ingegneria, poi, nel 1923, passando alla Facoltà di Matematica. Subito dopo aver conseguito la laurea diventò assistente in Analisi Matematica del docente, nonché matematico italiano, Mauro Picone.

Caccioppoli si dimostrò sin da subito genio della disciplina tanto da scrivere in cinque anni una trentina di documenti che gli fecero ottenere un premio ministeriale per la matematica. Nel 1931 a soli 27 anni, ottenne la cattedra in Analisi Algebrica all’Università di Padova. Tornato a Napoli nel 1934 occupò la cattedra di Teoria dei gruppi, poi quella di Analisi superiore e infine quella di Analisi matematica.

Il suo guizzo, la sua genialità influenzò e continua ad influenzare tutt’oggi il pensiero matematico mondiale. I riconoscimenti nella sua lunga carriera di certo non mancarono: nel 1931 fu nominato prima socio corrispondente dell’Accademia di Scienze Fisiche e Matematiche di Napoli poi, nel 1938, socio onorario della stessa. Nel 1944 divenne socio onorario dell’Accademia Pontaniana, nel 1947 fu socio corrispondente dell’Accademia Nazionale dei Lincei, successivamente, nel 1958 fu socio nazionale della medesima. Non solo, fu riconosciuto come socio onorario anche dell’Accademia patavina di scienze, lettere ed arti.

Il Caccioppoli dal 1947 al 1951, insieme a Carlo Miranda, fu anche direttore della rivista Giornale di Matematiche fondata da Giuseppe Battaglini. Ma non finisce qui, nel 1948 fu membro del Comitato di Redazione degli Annali di Matematica e nel 1952 fu membro del Comitato di Redazione di Ricerche di Matematica. Insomma un talento fuori dal comune.

Tuttavia la sua vita non fu soltanto spesa nel campo della ricerca ma fu anche caratterizzata dalla lotta e dal suo spirito anticonformista: nel maggio del 1938 in occasione della visita di Hitler a Napoli, il matematico decise, con coraggio, di denunciare gli orrori del nazismo e del fascismo in presenza dell’OVRA, la polizia segreta dell’Italia fascista. Fu di conseguenza arrestato e grazie all’aiuto della zia, Maria Bakunin, docente di Chimica all’Università di Napoli, fu scarcerato con l’attenuante di essere incapace di intendere e di volere.

Caccioppoli dopo quest’episodio infelice della sua vita non arrestò la sua battaglia antifascista, ma anzi ne ridicolizzò gli aspetti più grotteschi. Ad esempio a quel tempo vi era, per gli uomini, il divieto di passeggiare con cani di piccola taglia perchè questo comportamento poteva ledere la loro virilità. Di tutta risposta Caccioppoli prese l’abitudine di camminare per la città di Napoli, con un gallo al guinzaglio.

Negli ultimi anni della sua vita si avvicinò al Partito Comunista Italiano ma la forte delusione politica unita all’abbandono della moglie lo gettarono nello sconforto più totale portandolo inizialmente all’alcolismo, e successivamente, nell’8 maggio del 1959, ad un gesto disperato: concluse la sua vita con un colpo di pistola alla testa nella sua casa di Palazzo Cellemmare, ubicato nel quartiere San Ferdinando di Napoli.

La sua vita non fu invano, egli diede un forte e massiccio contributo all’attività scientifica, influenzando non solo le future generazione di matematici ma fu d’ispirazione anche per il mondo del cinema e della letteratura: nel 1986 fu citato da Luciano De Crescenzo nel suo libro “Storia della Filosofia greca.

Da Socrate in poi”, nel 1989, a trent’anni dalla sua scomparsa, fu commemorato nel libro “Renato Caccioppoli” scritto dallo storico Giovanni Pugliese Carratelli, infine nel 1992 la sua figura fu protagonista del film diretto da Mario Martone, “Morte di un matematico napoletano”.

Fonte: Treccani.it


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