Boccaccio a Napoli: quando si innamorò perdutamente della napoletana Fiammetta


Era un Sabato Santo, quello del 1336 quando nella chiesa di San Lorenzo Maggiore a Napoli ebbe luogo uno degli incontri più famosi della letteratura italiana: quello tra Fiammetta e Giovanni Boccaccio.

Il poeta racconta di essersi innamorato di lei proprio nella bella e suggestiva chiesa napoletana e lo fa nella “Elegia di Madonna Fiammetta I“, romanzo in prosa datato al 1343-1344. Il passo descrive proprio il primo incontro tra la nobildonna napoletana Fiammetta e il giovane fiorentino Panfilo (Boccaccio), mentre si trovavano in chiesa.

Fiammetta è la protagonista delle opere di fantasia del poeta, una lunga tradizione la identifica con Maria, figlia di re Roberto d’Angiò, sposata ad un membro della famiglia d’Aquino. Ma ciò non è confermato in nessun documento.

L’incontro con Fiammetta sconvolse la vita di Boccaccio, infatti a lei sono dedicati anche il Filostrato e il Teseida; ella è personaggio del Filocolo e dell’Ameto, una delle novellatrici del Decameron; riappare come amata dal poeta nell’Amorosa visione.

Boccaccio arrivò a Napoli nel 1327 appena quattordicenne alla corte dei D’Angiò, il legame con la città fu forte da subito. Quello che lo attirava erano i colori, le voci e i profumi di Napoli, la quotidianità dei napoletani, le loro abitudini e la vita nei quartieri. Fu l’autore della prima testimonianza della lingua napoletana nel suo “Epistola napoletana“, tutto scritto in napoletano con un breve preambolo in toscano.

FONTI:
– Treccani
– “L’incontro di Boccaccio e Fiammetta in San Lorenzo Maggiore a Napoli: un’ipotesi di ricostruzione del coro dei frati nel XIV secolo” di Alessandra Rullo


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