‘O sfasulato, il vero significato dell’aggettivo appioppato agli sfaticati!


Lo riconoscerete a prima vista: tasche vuote, la borsa o il portafogli leggeri, le mani col palmo all’insù. ‘O sfasulato è letteralmente colui che è senza fagioli, ovvero privo di soldi. Un Paperon dei Paperoni alla rovescia, nel senso che anche rovesciandogli le tasche non se ne trarrebbe nemmeno un centesimo.

Sfasulato è, infatti – secondo numerosi dizionari di napoletano antico – un sostantivo/aggettivo composto dalla parola fasulo con la “s” distrattiva iniziale, quindi  – alla lettera – privo di fagioli. ‘E fasule, (dal latino phaseolum), al pari dei ciceri (ceci, dal latino cicer), indicano il danaro, perché un tempo venivano usati per barattare merce d’ogni tipo.  Il termine si è, quindi, formato partendo da una s +il nome fasule + il suff. aggettivale ato. Pertanto ‘o sfasulato è uno squattrinato, un poveraccio.

Spesso, però, è erroneamente utilizzato con il significato di ozioso, indolente, sfaticato, accidioso. Insomma, una persona che non ha voglia di far nulla e che di conseguenza è anche senza mezzi di sostentamento, cioè di soldi. Tuttavia, anche se il non volersi impegnare in nessuna attività o svolgerla con poca lena implicano tasche vuote, sfasulato va usato soltanto per riferirsi a chi è senza moneta e non alla causa di tale stato di necessità.


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