Cosa significa il termine “‘Nguacchiato” e da dove ha origine?


‘Nguacchiato/a” o anche ” ‘nquacchiato/a” è il participio passato del verbo ” ‘nguacchià” o ” ‘nquacchià“, che nella lingua napoletana si usa per: sporcare, insudiciare, macchiare, ma anche per esprimere un guaio difficile da risolvere o una situazione intrigata, oppure si utilizza per descrivere un sugo o un piatto eccessivamente condito.

In ogni caso il termine ha la sua origine etimologica nella voce onomatopeica, dal suono espresso dall’azione dell'”inguacchio”. La parola fu usata, in principio per indicare gli sgorbi e le macchie d’inchiostro che venivano fuori dall’impiego dell’inchiostro e del pennino che un tempo imbrattavano i quaderni e i libri delle scuole elementari. Con la nascita della penna biro, a metà degli anni cinquanta, la parola ‘nguacchio venne sostituita da “spirinquacchio“, per indicare non la macchia casuale ma il ghirigoro effettuato per provare se l’inchiostro contenuto nella cannuccia di plastica della penna fosse abbastanza fluido da poterci scrivere. Tale segno ottenuto in forma spiraleggiante venne definito come “spiringuacchio“.

Un tempo, tali sgorbi, venivano chiamati anche “cerefuogli, dal latino caere(folium), che oltre ad indicare la pianta omonima delle ombrellifere e i segni fatti con la penna sui fogli di carta, definivano anche i vezzi, le moine, le cose sdolcinate. Tutte azioni riconducibili alle stranezze, alle bizzarrie, alle stravaganze.


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