Oggi, in un’epoca in cui il gioco d’azzardo padroneggia su più fronti ed è in continua evoluzione, la vecchia schedina sembra un cimelio storico. E, in effetti, la storia l’ha segnata davvero, aiutando il calcio a ricostruirsi tra le macerie della guerra. Era il lontano 1946, il giornalista Massimo Della Pergola ebbe l’idea di un concorso a premi con cui finanziare lo sport italiano alla fine della Seconda guerra mondiale. Così, insieme ai colleghi Fabio Jegher e Geo Molo, fonda la SISAL, che due anni dopo passa nelle mani del CONI.
Il Totocalcio (così si chiamò nel 1949) prevedeva di pronosticare 12 risultati, ma a partire da un concorso nel 1950-51 fu aggiunto anche il 13esimo. La schedina del primo concorso SISAL, indetto il 5 maggio 1946, prevedeva 4 incontri del girone finale della Divisione Nazionale 1945-1946, 2 incontri del girone finale della Serie B-C Alta Italia 1945-1946 e i restanti 7 (più 2 di riserva) provenienti dalla Coppa Alta Italia. La giocata di una colonna costava 30 lire e la prima vittoria fu conquistata da Emilio Biasotti, un milanese originario di Roma, che indovinò la combinazione esatta di quel concorso, aggiudicandosi 426.826 lire.
La schedina è rimasta un mito fino alla fine degli anni Novanta, la si giocava la domenica mattina come fosse un rito di famiglia. Oggi, invece, tra scommesse e giochi elettronici, c’è poco posto per lei.