Raffaele Cantone: “La camorra è forte perché dà lavoro”


Napoli – Molti quotidiani definiscono “choc”, come ormai è d’uso tra tanti per poi riportare qualcosa che scioccante ha ben poco, le parole del magistrato (in aspettattiva) Raffaele Cantone, presidente dell’Autorità nazionale anticorruzione. Il giudice napoletano, famoso per aver portato all’ergastolo vari boss del clan dei casalesi e per essere divenuto il portafortuna di Matteo Renzi, alla festa dei giovani del Partito Democratico ha affermato che dal punto di vista del reddito alcune zone di Napoli sono peggio delle banlieues di Parigi, sobborghi della capitale francese in cui vengono stipati gli emarginati, i disadattati, i disoccupati e che spesso sono sull’orlo della rivolta.

Come le banlieues, secondo Cantone, così alcune parti di Napoli esploderebbero se non fosse per la camorra che riesce a dare qualche sostentamento, vuoi con lo spaccio o con altri lavoretti, e il tutto fa sì che la malavita sia in alcuni casi preferita allo Stato, cosa parecchio comprensibile se ci si ricorda del fatto che lo Stato è parecchie volte assente o peggio connivente, e non vale solo a Napoli, bensì in tutta la penisola degli italiani lasciati a sé stessi da un Paese che non ha mai saputo fare l’interesse collettivo, ma solo favori agli amici. Rammentiamo, inoltre, che il 7 Settembre 1860 Giuseppe Garibaldi entrò a Napoli scortato dalla camorra, alla quale consegnò l’ordine pubblico, perciò questo patto implicito tra istituzioni e malavita nasce con il nascere dell’Italia.

L’alternativa alla fame e al rovistare tra i rifiuti, a volte, può essere sospendere il vivere secondo la legalità, altre volte è l’emigrazione, fenomeno drammatico che sta svuotando il Sud. Mettiamoci infine la politica statale da sempre tutta concentrata al Nord e al Centro, con Renzi che proclama la ripresa tralasciando che al Mezzogiorno crescono disoccupazione e povertà. Sud sparito dai piani del governo, come adesso denunciano anche voci autorevoli ma che noi denunciamo da tempo, prendendoci l’etichetta di piagnoni. Sud, una parola con la quale riempirsi la bocca, vedete per esempio la famosa Cassa per il Mezzogiorno i cui fondi alla fine sono andati, per oltre il 90%, alle grandi aziende con sede legale al Nord.

Le parole di Raffaele Cantone, quantunque non riportanti una verità scesa improvvisamente dall’alto (eccezion fatta per chi riporta la “frase choc”), hanno un peso parecchio importante perché provengono da un uomo molto vicino a Matteo Renzi e al governo, che hanno imparato a conoscere e stimare anche fuori dalla Campania. Come è ovvio, lo Stato è ben a conoscenza del welfare della camorra, ma si sa che in Italia una cosa non esiste finché non lo riportino gli organi di informazione vicini al Potere, e quando parla Cantone ciò che dice viene da costoro riportato.

Intanto, dopo le manifestazioni contro la camorra organizzate da comuni cittadini che hanno sfilato al Rione Sanità e a Soccavo, nonostante il luogo comune dell’omertà, i “cosa fanno i napoletani per combattere la camorra, sanno solo piangere e fare manifestazioni contro lo Stato”, dopo le annunciate polizia e videocamere di sorveglianza, dopo le denunce di Raffaele Cantone e degli altri, quello di cui hanno bisogno Napoli e il Mezzogiorno tutto sono scuole, recupero sociale, eliminazione dei quartieri ghetto, politiche sociali realmente tali, lavoro, cultura. È inutile la repressione se poi non vai a bonificare il tessuto sociale, è come uccidere un paio di formiche nella dispensa dimenticandosi di andare a colpire il formicaio.


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