Il Real Polverificio di Scafati: l’eccellente, ma tardiva, evoluzione militare dei Borbone

Real Polverificio Borbonico


Abbiamo spesso parlato di quanto fosse evoluto, sia economicamente che tecnologicamente, il Regno delle Due Sicilie prima dell’occupazione piemontese. Nonostante questi primati, però, l’organizzazione e la potenza militare sono sempre state una spina nel fianco per i Borbone: l’esercito del vasto regno utilizzava ancora tattiche ed armi talvolta superate da secoli dal resto d’Europa. Proprio questa impreparazione facilitò di molto l’occupazione delle truppe napoleoniche e, mezzo secolo dopo, consentì a Garibaldi di porre fine al regno borbonico con una manciata di uomini.

I regnanti nemmeno davano importanza a questo fattore difensivo, adagiandosi sulla potenza economica e sull’importanza commerciale del Meridione. Ferdinando I, il “Re Nasone”, fu il primo a rendersi conto di questa mancanza e cercò di provvedervi istituendo la Reale Accademia Militare della Nunziatella, nel 1787, e potenziando la flotta. Ferdinando II cercò di portare avanti l’evoluzione avviata dal nonno. Al tempo, la minaccia di un attacco da parte dei Savoia era sempre più tangibile e, ora più che mai, il Regno aveva bisogno di riuscire a difendersi militarmente.

Ferdinando II di Borbone

Ferdinando II di Borbone

Il re inviò i suoi chimici e studiosi in ogni angolo d’Europa per imparare nuove ricette e combinazioni per l’ormai importantissima polvere da sparo, equipaggiamento necessario per ogni esercito moderno. Quando, finalmente, le ricerche terminarono, Ferdinando fece costruire un nuovo polverificio, sostituendo la vecchia struttura risalente al ‘600 di Torre Annunziata. Il Real Polverificio Borbonico sorse a Scafati, fra il fiume Sarno ed il canale Bottaro, nel 1852 e la gestione ed il completamento del progetto furono affidati al colonnello Alessandro Nunziante, con la collaborazione dell’architetto Luigi Manzella e del chimico Filippo di Grandis.

Per completare il mastodontico edificio si rese necessaria anche la bonifica dell’intero tratto del fiume Sarno adiacente, operazione nella quale il re impiegò tutte le innovazioni scientifiche a disposizione dei suoi tecnici. La struttura venne comodamente collegata al mare in modo da implementare esponenzialmente il trasporto di merce e materiale. Il Real Polverificio fu, effettivamente, un successo, al punto che dopo la conquista rifornì di polvere da sparo l’intero esercito del neonato Regno d’Italia per oltre quarant’anni. Nel 1894, dopo alcuni catastrofici incidenti, il polverificio chiuse e fu trasformato in Istituto Sperimentale del Tabacco.

Dopo un lungo e complesso restauro, dal 2010 l’intera struttura è accessibile ai visitatori. Al suo interno è possibile ammirare la cappella di Santa Barbara, patrona degli artificieri, che attualmente è sconsacrata ed ospita un auditorium ed un laboratorio chimico. Inoltre i due piani dell’edificio, interamente ristrutturati, ospitano mostre e gallerie ispirate alla storia del posto.


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