Insegnanti costretti a trasferirsi dal Sud al Nord: “È un errore grossolano del Miur”


Si tratterebbe, secondo i sindacati degli insegnanti e alcuni esponenti politici locali, di “errori grossolani nell’algoritmo” del Miur; solo questo spiegherebbe il deciso trasferimento di alcuni insegnanti di fascia B che hanno ricevuto destinazioni professionali lontane dalla regione di appartenenza. E questo nonostante vi sia stata la parità di punteggio con i colleghi della fascia C.

Tale situazione ha creato una folla dissenziente al Ministero dell’Istruzione, presso il quale, probabilmente, i funzionari dovranno passare le vacanze per risolvere i problemi creati.

La situazione è abbastanza anomala, secondo i rappresentati Cisl e della Gilda, poiché un numero molto elevato di insegnanti del sud saranno costretti a spostarsi al nord e si tratta anche di persone non più così giovani.

La Cisl ha presentato un dossier con almeno 1000 casi di incongruità: solo a Napoli i casi di trasferimento sarebbero 476 su 1176. 

E le percentuali di tutto il meridione sono abbastanza elevate: in Puglia 900 docenti su 1.800 dovranno viaggiare, mentre in Sicilia circa 7.000 insegnanti, non giovani, dovranno spostarsi al centro-nord.

Il 48% circa degli insegnanti nati nella provincia di Benevento, ad esempio, dovranno spostarsi in altre regioni, quali l’Emilia Romagna, la Lombardia, il Lazio e il Veneto.

Se da una parte è vero che esiste un decremento di alunni sopratutto nel meridione (come dice Lena Gissi della Cisl) e pertanto anche di posti in organico, dall’altra è quasi palese un flop del cervellone del Miur, a detta dei sindacati. La situazione che si è venuta a creare è molto ambigua e incoerente con i dati effettivi. Si spera, quindi, in un ripristino delle collocazioni.


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