Lotta ai “furbetti del cartellino”: impronta digitale e riconoscimento facciale

Un impiegato statale timbra il cartellino all'uscita del lavoro in una foto di archivio. ANSA/FRANCO SILVI


Quella dei “furbetti del cartellino” è una piaga che continua a far sperperare soldi alla Pubblica Amministrazione: in molti abbandonano il posto di lavoro o non si presentano proprio facendo timbrare ad amici complici. In futuro, però, potrebbe non essere così facile frodare il sistema. Un nuovo provvedimento del Governo aggiornerà i controlli con le più moderne tecnologie in tema di riconoscimento.

“Voglio evitare che ci siano Comuni in cui la gente non va a lavorare: domani in Consiglio dei Ministri passerà, in via definitiva, il mio provvedimento che prevede che ci siano controlli biometrici nella Pubblica Amministrazione”. Lo ha detto, a margine dell’assemblea nazionale dell’Anci, il ministro della Pubblica Amministrazione, Giulia Bongiorno. I controlli, ha spiegato, saranno fatti “con l’identificazione facciale, con l’impronta digitale o con l’iride”.

“La prima cosa – ha detto – è che devono lavorare tutti, poi li faccio lavorare bene. E’ prevista per tutti: il problema assenteismo che emerge è minimo rispetto all’effettivo”. “Domani – ha aggiunto la Bongiorno – in Consiglio dei ministri c’è un provvedimento che si chiama provvedimento ‘Concretezza’, che cerca di aiutare anche i comuni che sono rimasti più indietro. Manderò dei tutor, il Nucleo Concretezza” per aiutare quelli che restano indietro: in “Italia abbiamo troppe velocità, non possiamo pensare che con diverse velocità cresciamo tutti”.


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