Donna bruciata dall’ex, anche lei reduce da violenza e maltrattamenti: questo non è amore


Un gesto tanto folle, quanto premeditato quello compiuto da Ciro Russo, l’uomo napoletano che ha percorso 500 chilometri per raggiungere Reggio Calabria, con un unico obiettivo: fare del male all’ex moglie. Il 42enne incurante della folla radunata all’esterno del liceo artistico, dove l’ex moglie si trovava per attendere l’uscita di scuola dei figli, è sceso dalla sua macchina spargendo liquido altamente infiammabile nell’abitacolo dell’auto del’ex e appiccando il fuoco. La donna non è morta, ma è stata portata d’urgenza a Brindisi con il 70% di ustioni su tutto il corpo. Mentre l’uomo si è dato alla fuga.

Ciro Russo è un ex pregiudicato, infatti per compiere questo assurdo e folle gesto ha evaso i domiciliari dalla casa dei genitori ad Ercolano per raggiungere l’ex moglie e cercare di bruciarla viva. L’uomo era stato condannato per maltrattamenti familiari, per questo si trovava rilegato ai domiciliari.Probabilmente l’uomo, anche se colpevole di violenza non aveva mai accettato la rottura con la moglie, tanto da poter pianificare un gesto tanto atroce. Verso quella che è anche la madre dei suoi figli.

E ancora una volta ci troviamo davanti ad una vicenda che ha sempre e solo un filo conduttore: violenza e maltrattamenti. Ciro Russo è solo uno dei troppi uomini che con le loro mani hanno tentano di mettere fine alla vita delle donne, solo perché hanno osato pensare e volere una vita migliore lontano da questi mostri. Che non hanno amore, ma solo rabbia e possessione. Perché l’amore non è morte, violenza, sfregi o botte. Non è e non sarà mai amore e sbaglia chi solo pensa che queste esternazioni di violenza siano riconducibili a un sentimento puro come l’amore.

Questa donna per fortuna non è morta, anche se è ridotta malissimo. Come tutte le altre donne che sono state sfregiate a vita con l’acido e che porteranno per sempre sul loro corpo i segni di queste bestie amate inutilmente.  Mentre tutte le altre, quelle che non ce l’hanno fatta, quelle strappate alla vita, quelle uccise, massacrate, martoriate, loro non hanno avuto una seconda possibilità. Come la giovanissima Fortuna, uccisa dal marito con una stampella ortopedica alla vigilia della festa delle donne.

Insomma basta. Basta accettare passivamente maltrattamenti con la speranza che “l’uomo amato” possa cambiare. Le persone non cambiano e in questi casi estremi non migliorano neanche.

Quindi donne denunciate e allontanatevi da questi uomini. Per voi, per la vostra vita e per tutte quelle donne, che non hanno fatto in tempo e non ci sono più.


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