Revenge porn, bocciato l’emendamento: Tiziana Cantone muore un’altra volta


Quest’oggi alla Camera si è votato sull’emendamento (presentato dalle opposizioni) al ddl “codice rosso” che prevedeva l’inserimento del cosiddetto “revenge porn”. La richiesta è stata bocciata con voto segreto: 218 sì e 232 no. Mentre alla Camera la maggioranza bocciava l’emendamento, in Senato è stato presentato in conferenza stampa un ddl per contrastare proprio il fenomeno del “revenge porn”. A partecipare alla presentazione del ddl del M5S c’era Maria Teresa Giglio, la mamma di Tiziana Cantone, scoppiata in lacrime al ricordo delle offese ricevute da sua figlia.

Un teatrino a dir poco surreale, dove tutta la classe politica ne esce distrutta. Cercare di intestarsi la paternità di un provvedimento su un tema così importante e per troppi anni sottovalutato fa capire quanto poco sia preso sul serio l’argomento; è, soprattutto, quanto l’estremo gesto di Tiziana – e come il suo, anche quello di tante altre persone finite nel vortice del web – sia rimasto ancora una volta inascoltato. A seguito della bocciatura dell’emendamento, le opposizioni hanno tuonato: “Alla camera lega e M5S votano contro l’introduzione del reato di revenge porn. E sapete perché? Perché la proposta di legge non è loro. Mai visto tanto cinismo giocato sulla pelle delle vittime di un reato così odioso“, scrive Maria Elena Boschi su Twitter.

A spiegare la posizione dell’esecutivo è stata Stefania Ascari relatrice M5S: “Una proposta di legge è già incardinata in Senato ed un mero emendamento non può risolvere la questione. Una risposta frettolosa potrebbe rilevarsi inefficace“. La questione è delicata, e pertanto “va trattata con serietà ed in modo strutturale e non sventolata in maniera strumentale come una bandiera politica“, spiega ancora l’Ascari. Il disegno di legge presentato dagli stessi 5 stelle ha fatto discutere i parlamentari. Silvia Benedetti, deputata del gruppo Misto ed ex 5 stelle, usa toni forti: “Sono veramente schifata, avete preso il peggio del peggio della politica degli slogan e della propaganda. È uno schifo“.

Una vera e propria bagarre che ha messo in luce tutte le fragilità del Parlamento. Nemmeno di fronte ad una tematica così importante – e che in teoria dovrebbe unire ogni schieramento politico, al di là del proprio partito di appartenenza -, si è riusciti a trovare una sintesi che mettesse tutti d’accordo. Tutto ciò è ancora più grave se si considera che il fenomeno del “revenge porn” ha investito proprio recentemente anche la grillina Giulia Sarti, esponente di spicco del MoVimento 5 Stelle. Si tratta dell’ennesima occasione mancata. Tiziana è morta per la seconda volta.


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