Giustizia per Vincenzo Amendola, il boss confessa l’omicidio: “Chiedo scusa”


Napoli – Tre anni fa l’omicidio di Vincenzo Amendola scosse tutta Napoli. Il giovane, di soli 19 anni, di San Giovanni a Teduccio scomparve improvvisamente. Il suo cadavere venne ritrovato sepolto in un fosso, con un colpo di proiettile sparato a bruciapelo sulla nuca. Incensurato, era inspiegabile una tale fine. Le indagini sul telefono dimostrarono che fu portato in trappola dagli stessi suoi amici e che l’esecuzione fosse derivata da questioni d’amore e dalla gelosia di un boss.

Stamattina, davanti alla Corte di Appello di Napoli, il giovane boss Gaetano Formicola, condannato in primo grado alla pena dell’ergastolo, ha ammesso le proprie responsabilità sulla morte di Amendola. Il rampollo del capoclan di San Giovanni a Teduccio ha deciso di parlare, raccontando come e perché ha ucciso Vincenzo. Inoltre ha anche chiesto anche scusa ai familiari del giovane.

Secondo quanto ricostruito dalla Dda di Napoli, Formicola decise di uccidere Amendola perché nel quartiere di San Giovanni a Teduccio s’era diffusa la voce che il giovane e la madre di Formicola avessero intrecciato una relazione clandestina approfittando della detenzione del marito della donna. Il 5 febbraio 2016 Amendola fu attirato in trappola, Formicola gli sparò a bruciapelo: poi il corpo del giovane fu sepolto. Nel processo è imputato anche Giovanni Tabasco, pure lui condannato all’ergastolo in primo grado.


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