“La Napoli che crolla”: storia recente dell’incuria umana e delle sue vittime


La notizia del commerciante ucciso da un calcinaccio ha sconvolto un po’ tutti. Egli è però solo l’ultima vittima dell’incuria dei napoletani (in qualità di enti pubblici o privati), la quale è sì una piaga nazionale, ma che nella nostra città meriterebbe un’attenzione particolare. Negli ultimi tempi infatti, moltissimi sono stati i crolli di parti di edifici, alberi, ecc. Di cui troppi hanno avuto un esito fatale.

La vicenda del commerciante di via Duomo ricorda abbastanza quella del giovane Salvatore Giordano. Parliamo del 14enne di Casalnuovo di Napoli, che morì a seguito della caduta di calcinacci da un cornicione della galleria Umberto I, gettandosi per salvare alcuni amici. La vicenda risale al 2014 ed essa suscitò moltissimo clamore sia per l’età della vittima, ma anche per denunciare le disastrose condizioni nelle quali versava all’epoca la Galleria. Da qui poi partì la grande opera di ristrutturazione, che si è conclusa del tutto solo qualche mese fa. Sicuramente, se la messa in sicurezza fosse stata fatta prima, Salvatore sarebbe ancora vivo. 

Dall’esito meno negativo (se pur immenso dal punto di vista culturale) è stato invece il crollo, avvenuto qualche mese fa, presso l’antichissimo Ospedale degli Incurabili. Era stata una volta a cadere dal soffitto della Chiesa dedicata a Santa Maria del Popolo degli Incurabili. Parliamo di uno dei capolavori dell’arte napoletana del 1500. La caduta dei pezzi ha provocato dei gravi danneggiamenti alla struttura tutta e alle opere contenute all’interno.

Se i monumenti e i palazzi storici non hanno dato sicurezza alla popolazione, il contrario non può dirsi per il verde pubblico. Sono immagini fresche degli alberi sradicati dai forti venti e caduti in strada, provocando in diversi casi la morte dei passanti. Tra quest’ultimi, ricordiamo il caso di Davide Natale, lo studente originario di Pompei, morto per la caduta di un albero fuori il plesso universitario di Monte Sant’Angelo a Fuorigrotta. La vicenda risale all’ottobre dello scorso anno. 

Come la mettiamo invece gli edifici ad uso comune e pubblico, come le scuole? Purtroppo anche in questi luoghi, diventati anche un po’ l’emblema dell’incuria nostrana, si sono registrati dei crolli. Ultimo fra i tanti è il caso della Scuola Elementare Mario De Rosa di Sant’Anastasia, in Provincia di Napoli. Proprio qui infatti, nell’Aprile scorso, si è verificato il crollo della parete di una classe, provocando il ferimento di 5 bambini e di una maestra. 

Come poi dimenticare poi il più tragico di tutti gli ultimi i crolli avvenuti in Campania. Parliamo di quello della palazzina di Torre Annunziata, avvenuto nell’estate del 2017, dove i morti furono 8. Il palazzo crollò su stesso, secondo molti per via di alcuni lavori di ristrutturazione che si stavano svolgendo all’interno dello stabile. Tutta Italia fu all’epoca sconvolta per questa vicenda, tanto triste quanto inaspettata. 

È giusto che Napoli si stringa nel cordoglio per la famiglia del commerciante 60enne. È altrettanto giusto però che si mettano in atto delle misure adeguate e che la cittadinanza tutta faccia il possibile per ridurre questi tristi eventi.


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