Carabiniere ucciso. Il coltello era stato portato dall’America: come è stato possibile


Ieri un bagno di folla commossa ha dato l’ultimo saluto a Mario Cerciello Rega, il carabiniere ucciso a Roma da uno dei due turisti americani fermati. Alla cerimonia hanno partecipato diverse personalità politiche che hanno espresso pubblicamente il loro cordoglio verso la famiglia distrutta e scioccata da questa perdita assurda.

Intanto le indagini non si fermano e gli inquirenti continuano a interrogare i due indagati, che hanno ammesso di aver ucciso il carabiniere di Somma Vesuviana, per costruire ogni dettaglio sulla dinamica e soprattutto, dopo la massima chiarezza, procedere a un iter processuale per una condanna giusta ed esemplare.

E grazie al lavoro dell’Arma, stanno arrivando le prime risposte importanti. Prima tra tutte, si è chiarito come mai il 19enne americano Finnegan Elder Lee, avesse con se il coltello, che ha poi tolto la vita al vicebrigadiere Rega, in quanto quest’arma è stata trasportata nel suo viaggio in aereo dall’America verso l’Italia. La risposta è stata abbastanza semplice: le regole di imbarco statunitense lo permettono.

Infatti da quanto si è venuti a conoscenza, le Autorità sulla sicurezza americane permettono il trasporto di coltelli o addirittura spade all’interno del bagaglio a stiva, solo se correttamente riposti e protetti da una custodia.

Quindi per il giovane americano è stato alquanto facile trasportare il coltello da una lama di 18 centimetri che ha tolto la vita al carabiniere. Un tipo di arma che inoltre è alquanto mortale, perchè definita “da guerra” e utilizzata per i combattimenti corpo a corpo anche perchè decisamente maneggevole.


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