AML, cos’è la tecnologia che avrebbe potuto salvare Simon e che in Italia non esiste


L’Advanced Mobile Location (AML) è una tecnica di localizzazione del chiamante in caso di emergenza.

Sviluppato nel Regno Unito da British Telecom, EE Limited e HTC, aiuta ad individuare la posizione del chiamante.

Se una persona è in difficoltà chiama i servizi di emergenza con un smartphone in cui AML è abilitato, il telefono attiva automaticamente il proprio servizio di localizzazione per stabilire la sua posizione e invia queste informazioni ai servizi di emergenza tramite un SMS.

I servizi utilizzano sia il GPS che il Wi-Fi per calcolare la posizione esatta del telefono. Dal 2021 tutti i dispositivi in commercio nell’Unione europea dovranno supportare anche il sistema Galileo. A marzo 2019 l’AML è implementato in 15 paesi: Austria, Belgio, Emirati, Estonia, Finlandia, Irlanda, Islanda, Lituania, Moldavia, Norvegia, Nuova Zelanda, Paesi Bassi, Regno Unito, Slovenia e Stati Uniti. In Italia non è ancora disponibile, ma entro due anni diventerà obbligatorio in tutti i Paesi membri dell’Unione Europea.

Secondo Eena (European Emergency Number Association) questa tecnologia grazie al Wi-fi rileva la posizione anche all’interno degli edifici dove il Gps è inefficace. E’ in grado di restringere la posizione di chiamata a un raggio di 56 metri, che scende a 42 metri quando sono attivati sia Gps che Wi-fi.

Per Eena questa funzione, installata nei sistemi operativi, potrebbe salvare 7.500 persone nel mondo nei prossimi dieci anni. Secondo i media francesi avrebbe potuto salvare anche il giovane Simon Gautier, turista francese caduto in un dirupo a San Giovanni in Piro, in Cilento e ritrovato dopo 9 giorni senza vita.


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