Arriva a Napoli l’evento PizzArt, pizza fritta e arte nello storico Palazzo Venezia


Napoli – Sabato 12 ottobre dalle 18 alle 24 nel fascino delle mura di Palazzo Venezia, si inaugura una nuova esperienza di intrattenimento non convenzionale. L’incantevole location, con il suo giardino pensile, la scenografica loggia e la rinomata “casina pompeiana” sarà teatro del primo appuntamento di PizzArt unione perfetta tra gusto, storia e arte. 

L’evento 

L’inaugurazione di PizzArt vedrà tra i protagonisti LA PIZZA FRITTA. L’artigianalità dell’impasto Condurro Pizzerie, la dedizione verso l’arte della pizza e la ricerca degli ingredienti di prima qualità saranno gli elementi portanti dell’evento.

Esaltanti performance di danza contemporanea con luci a led si fonderanno con l’estro e la fantasia dell’arte della Pizza. Non mancherà un angolo dedicato alla Napoletanità con l’associazione I Lazzari, che proporrà una coinvolgente rubrica in lingua napoletana “frijenno, nciucianno…” e performance recitate.

Un evento che offre uno scorcio della Napoli vera tra Performance Artistiche, recitazione in Napoletano, lingua patrimonio dell’UNESCO, e la Pizza Fritta, simbolo indiscusso dei sapori della tradizione gastronomica partenopea. L’evento è organizzato da ‘Condurro Pizzerie’, dalla società Nomea srl, da Palazzo Venezia Napoli e dall’Associazione ‘I Lazzari’.

Costi e prenotazione 

Il costo per l’ingresso a PizzArt è di € 15,00 (Pizza, Bibita, Performance, Rubrica in Napoletano).
Prenotazione obbligatoria con nominativo sul sito: www.nomeaeventi.it

La storia della pizza fritta

La pizza fritta è un’ulteriore testimonianza della creatività del popolo napoletano di fronte a periodi di crisi. Alla fine della seconda guerra mondiale la città era priva di tutto. Anche la pizza napoletana era diventata quasi un lusso: per farla ci voleva il forno a legna, e poi andava condita con la mozzarella e il pomodoro, che spesso non si trovavano, e comunque costavano. Ci voleva qualcosa di facile da fare per chi doveva venderlo, e di economico per chi doveva comprarlo, per questo viene vista come “sorella povera della pizza al forno”.

Famosa era la “pizza a otto”, mangiata subito ma pagata dopo otto giorni. Fu così che il napoletano inventò la “pizza fritta”, definita anche “pizza del popolo” perché venduta per le strade dalle donne, per arrotondare l’economia familiare del dopoguerra. Di solito, durante la frittura, le pizze fritte si gonfiano, per cui presentano una parte interna vuota, che è ideale riempire con del companatico. Eventuali pizze fritte sottili e senza interno morbido possono essere condite con la crema cioccolato, dopo essere state eventualmente cosparse di zucchero. Vanno mangiate molto calde.

Della pizza napoletana fritta, e del periodo del suo massimo fulgore, è rimasta comunque una testimonianza illustre nell’episodio de “L’oro di Napoli”, regia di Vittorio De Sica, in cui Giacomo Furia, venditore di pizze fritte, va all’affannosa ricerca di un anello che la moglie infedele, una stupenda Sophia Loren (La ricetta della pizza fritta di Sophia Loren), finge di aver perso nell’impasto, con questo film si può rivivere la Napoli del dopoguerra.

La pizza fritta a Napoli viene anche mangiata a pranzo nel giorno della Vigilia di Natale e c’è un motivo ben preciso che vi spieghiamo in questo articolo: Perchè si mangia la pizza fritta alla Vigilia di Natale. 

Pizza fritta in altre tradizioni

Nella cucina napoletana, con lo stesso nome si indica il calzone fritto (il tipico contiene ricotta, provola, cicoli o salame napoletano), che ovviamente differisce dalle pizze fritte laziali perché queste ultime non hanno ripieno.

Nella provincia di Avellino la pizza fritta è equivalente a quella dell’alto Lazio solamente che in questo caso viene gustata così com’è oppure con l’aggiunta di menta e rosmarino (soprattutto nel paese di Nusco).

Nella provincia di Catania, nei comuni di Zafferana Etnea e Viagrande, è diffusa la pizza siciliana fritta (chiamata comunemente siciliana), un calzone fritto che nella versione classica è ripieno con formaggio e acciughe salate.


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