Coronavirus, in Campania aumentati i controlli su chi rientra dalle zone a rischio


Al momento ci sono circa 50 persone che dal Nord rientrano in Campania e che, per prevenire il contagio da coronavirus, sono state sottoposte ad accertamenti o messe in quarantena dai sindaci irpini e salernitani. Al Cotugno finora sono stati eseguiti 11 tamponi, per fortuna tutti negativi.

Tranne per i due casi sospetti di un 19enne di Milano e un 48enne di Monza ricoverati rispettivamente al San Giovanni Bosco e all’ospedale San Paolo, i dati raccontano che al momento non ci sono evidenze di contagio da Coronavirus in Campania.

Il direttore del Laboratorio centralizzato Luigi Atripaldi  è in attesa di test “ sierologici” per la valutazione sia degli anticorpi presenti nella fase acuta della malattia, sia soprattutto di quelli pregressi che testimoniano un’avvenuta infezione.

In questi giorni ci sarà un intenso lavoro di prevenzione in tutta la Campania ora che ci sono molti casi e vittime del Coronavirus, sempre in aumento, in Italia. Al momento sono almeno una cinquantina i casi di osservazione nelle varie province della Campania.

Ci sono molti controlli mirati dei sindaci o ordinanze per la quarantena. Provvedimenti precauzionali sono stati presi anche per lavoratori o intere famiglie che non presentano alcun sintomo ma sono tornate, negli ultimi giorni, nei paesi d’origine campani direttamente dai comuni del Nord oggi ritenuti focolai del contagio da Coronavirus.

La Campania dunque valuta i rischi e teme molto l’allarmismo quasi più del virus stesso. Bisogna rispettare le nuove regole e bisogna prendere tutte le dovute precauzioni per prevenire un eventuale contagio, ma non si deve cedere alla psicosi.

C’è da dire però che al momento mancano presidi adeguati a fronteggiare l’epidemia, oltre che le mascherine specifiche FFP3 per i camici bianchi, e occorrerebbero anche i rilevatori di temperature utili per agire immediatamente in ambulatorio sui casi più sospetti. Un problema sul quale bisognerà intervenire al più presto.

In tutta la Campania, per motivi precauzionali, il presidente della Regione Campania Vincenzo De Luca, d’intesa con l’Ufficio Scolastico Regionale, ha invitato i dirigenti delle scuole a sospendere l’organizzazione delle gite scolastiche.

A San Giuseppe Vesuviano, il sindaco Vincenzo Catapano ha disposto la chiusura delle scuole fino al 28 febbraio poiché la zona ospita una consistente comunità cinese. Inoltre “molti membri di questa comunità sono rientrati nelle ultime settimane, nonostante l’interruzione di voli diretti” , spiega in un post pubblicato su Facebook il sindaco, annunciando anche che vi sarà “uno screening sanitario su tutti quelli che sono rientrati dalla Cina negli ultimi 15 giorni”.

A Portici, il sindaco Enzo Cuomo è risalito a una coppia di coniugi, dopo una ricerca non facile col comune di Codogno sugli emigrati storici. La famiglia è rientrata nel comune vesuviano sei giorni fa dalla Lombardia, non ha alcun problema di salute. Ma, su invito del Comune si è posta in isolamento volontario, per la profilassi prevista dai nuovi protocolli.

È invece in quarantena insieme ai suoi familiari a Montefusco (Avellino) un 27enne che è rientrato da Codogno, dove lavora come cameriere. L’intero nucleo sta bene, zero sintomi, ma tutti sono stati sottoposti al tampone faringeo ( i cui esiti sono attesi per oggi).

Oltre al 27enne, sono una ventina, in tutta la provincia irpina, le persone sottoposte all’isolamento domiciliare di due settimane nei comuni di Montefusco, Lauro e Taurano. Tutti avevano lasciato le città lombarde che oggi sono state dichiarate come “zona rossa” dal governo.

Anche un 20enne di Lentiscosa e tutti i suoi familiari sono stati messi in isolamento presso Camerota, nel Cilento, dal sindaco Mario Scarpitta, ma quest’ultimo conferma che è solo un provvedimento precauzionale e quindi vanno evitati inutili allarmismi.


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