Edicole napoletane contro Libero, in Campania già non lo legge nessuno: tutti i dati


Da quando nel maggio del 2016 Vittorio Feltri è ritornato a guidare il quotidiano Libero con la carica di Direttore Editoriale si è assistito al moltiplicarsi di titoli forti ed estremamente pregiudizievoli nei confronti del Mezzogiorno d’Italia. Le sue ospitate in tivù completano il lavoro, con esternazioni sicure che in molti casi hanno suscitato clamore e rimbalzi di commenti sui social network.

L’ultima in ordine di tempo non è passata inosservata a nessuno. La sua frase denigratoria rivolta ai meridionali, rei di essere inferiori, scatena una valanga di reazioni. Su tutte quelle dell’Ordine dei Giornalisti che sentirà Vittorio Feltri al Consiglio di Disciplina. Al termine dell’iter emetterà un giudizio con conseguenze pesanti, fino alla revoca del tesserino di giornalista. Anche il napoletano Roberto Fico, presidente della Camera dei Deputati, prende una netta posizione con un lungo commento su facebook censurando le parole al vetriolo del giornalista. Persino Matteo Salvini si dissocia dalle sue esternazioni in linea con la volontà di nazionalizzare la Lega su tutto il territorio nazionale.

La rivolta passa poi dal virtuale al reale con le edicole napoletane e molte altre del Meridione che affiggono cartelli dove informano di astenersi dalla vendita di Libero. Un messaggio eloquente da spedire al mettente, impegnato da anni a battere la strada del pregiudizio e del luogo comune con una narrazione distorta e piena di generalizzazioni.

La protesta, però, a livello sostanziale inciderà molto poco per le tasche del quotidiano. Secondo i dati ADS (accertamenti diffusione stampa, ndr) nel 2018 (ultimi dati ufficiali disponibili, ndr) vende 26.550 copie al mese in tutta Italia. La Campania risulta tra le regioni che legge meno il giornale di Feltri con una percentuale del 1,64% sulla media totale, pari a 435,42 copie ogni mese. In sostanza raccoglie bruscolini, così come accade in tantissime altre regioni meridionali e non. Il grosso del seguito, Feltri lo raccoglie in Lombardia con il 29,16%. Quasi un acquirente su tre proviene da Milano e dintorni.

Quest’ultimo dato spiega la linea editoriale del quotidiano che nel 2017 raggiunge il punto più basso da quando lo stesso Feltri lo fonda nel 2000. Secondo delle rilevazioni non ufficiali nell’ultimo biennio Libero riesce a invertire una tendenza negativa sulla vendita cartacea dei giornali, addirittura aumentando il bacino di utenza. Il giornalista con la complicità della redazione risponde ad un pubblico selezionato, quello del Nord ed in particolare lombardo, leghista o comunque profondamente di destra. E su queste basi declina articoli sollecitando il proprio pubblico.

A Feltri interesserà ben poco della mancata vendita del suo giornale in Campania e dintorni.


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