Legge Mancino: la normativa che condannerebbe Vittorio Feltri


Nei giorni scorsi Vittorio Feltri ha, senza troppi giri di parole, utilizzato frasi discriminatorie nei confronti del popolo meridionale. Molte sono state le polemiche a lui rivolte, ma in questa sede spiegheremo la questione da un punto di vista legislativo.

C’è una legge che potrebbe condannare Vittorio Feltri per le sue affermazioni chiaramente razziste e discriminatorie. Si tratta della Legge Mancino, del 1993, che implica una limitazione nella libertà di espressione, condannando l’incitazione alla violenza e alla discriminazione per motivi razziali, etnici, religiosi o nazionali. 

La LEGGE 205/1993 del 25 giugno 1993, n. 205 prevede la reclusione dai 6 mesi sino a 3 o 4 anni, a seconda del caso. Questa si riferisce alla discriminazione di diverso tipo: odio etnico, nazionale, razziale o religioso. Le dichiarazioni di Feltri sono le seguenti: “Credo che i meridionali in molti casi siano inferiori“. Le parole del direttore del giornale Libero ha quindi fatto il passo più lungo della gamba.

Vittorio Feltri spesso ha rilasciato delle dichiarazioni spiacevoli, ma non troppo dirette come questa. In questo caso, invece, il direttore di Libero non ha lasciato neanche il beneficio del dubbio ai lettori. La frase è chiaramente razzista e discriminatoria nei confronti della popolazione del Sud.

Stando alla legge Mancino quindi il direttore di Libero avrebbe sconfinato i limiti della libertà di espressione. A questo punto non resta che attendere ulteriori sviluppi sulla faccenda. Intanto però i napoletani, come tutti gli altri meridionali, iniziano ad essere stufi dei continui attacchi dei media nazionali e da parte di personaggi dalla improbabile credibilità come il noto Vittorio Feltri.

 


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