Vaccino anti-covid: dati incoraggianti da uno studio cinese pubblicati su rivista scientifica


Si chiama Ad5-nCoV ed è il vaccino che al momento sembra il più efficace nella lotta al covid-19. Sperimentato dall’azienda di biofarmaceutica CanSino Biologics, è ora in fase di studio in Cina su 108 volontari (tra i 18 e i 60 anni). I primi dati sono molto incoraggianti al punto che la rivista medica ‘Lancet’ ne ha pubblicato i risultati (è la prima volta che accade per un test clinico in Fase 1).

Nel mondo sono tanti gli studi che stanno provando a trovare un vaccino, tra questi quello della Oxford-Pomezia e quello del Dott. Paolo Ascierto. Il vaccino cinese si basa su un adenovirus (di tipo 5) non replicante, ossia una versione indebolita di un comune virus del raffreddore, per consegnare all’organismo da immunizzare parte del materiale genetico del SARS-CoV-2. Molti dei volontari a cui è stata somministrata una dose di vaccino hanno sviluppato gli anticorpi neutralizzanti al virus.

Come spiegato in un post su Facebook dall’epidemiologo Pier Luigi Lopalco, a capo della task force pugliese per l’emergenza coronavirus:

“I primi risultati della sperimentazione in Fase 1 di un vaccino contro il COVID19 sono stati pubblicati da un gruppo di ricercatori cinesi. Si tratta di un vaccino basato su un adenovirus non replicante (come se fosse un virus ucciso) modificato per diventare vettore della proteina spike del SARS-CoV-2. In pratica una sorta di guscio vuoto da cui spuntano le proteine del coronavirus.
Una singola dose di vaccino è risultata essere ben tollerata e capace di stimolare una buona risposta anticorpale. Dai dati di questo primo studio sono stati selezionati i dosaggi da utilizzare per la Fase 2 della sperimentazione.
Come sottolineano gli scienziati, ancora non si sa se la presenza di anticorpi, inclusi anticorpi neutralizzanti (il 75% dei vaccinati li aveva) effettivamente induca protezione e per quanto tempo. Ecco perché si valutano nella risposta anche altri parametri immunologici come la risposta cosiddetta cellulo-mediata. Insomma il tema è complesso, i risultati sono incoraggianti, ma dobbiamo ancora aspettare evidenze più solide per cantare vittoria”.

Si attende ora la verifica e la fase 2.

 


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