Bloccati i lavori del murale di Jorit su Pino Daniele a piazza Garibaldi. Alex Daniele: “Troveremo un altro posto”


E’ tutto fermo per la realizzazione del murale di Jorit di Pino Daniele a Piazza Garibaldi. Mancano i permessi e molti architetti si erano espressi anche contro l’opera dello street artist su quel palazzo.

Antonio Martiniello, architetto fondatore dello studio Keller che ha realizzato importanti progetti e da anni è impegnato nella riqualificazione del territorio, si era opposto alla realizzazione del murale di Jorit che avrebbe dovuto raffigurare Pino Daniele sul palazzo delle Ferrovie a piazza Garibaldi.

“No, il murale di Jorit sul palazzo delle Ferrovie a piazza Garibaldi proprio no”. Dunque il nuovo progetto, che era stato annunciato due giorni fa, non piace all’architetto Antonio Martiniello, che si è opposto con forza alla realizzazione del murale, affermando che questo non ha nulla a che fare con l’artista, ma solo con la scelta del luogo.

“Non metto in discussione la qualità delle opere dell’artista, ma la scelta del luogo. Di solito la street art attira l’attenzione su zone di degrado di cui la città facilmente si dimentica. È un efficace discorso di rigenerazione urbana”.

Sul palazzo delle Ferrovie il murale non andrebbe bene perché, in un’intervista rilasciata al Corriere.it, Martiniello afferma:

Parliamo di un’architettura moderna, in ottime condizioni, con una splendida facciata a nido d’ape che richiama il concetto alla base della grande cascata vanvitelliana alla Reggia di Caserta, dove l’acqua veniva interrotta da scaglie di terracotta colorata che creano effetti iridescenti. Qui c’è lo stesso effetto, un lato del palazzo è luminoso e lo si vede arrivando in città”.

Quello di piazza Garibaldi, prosegue Martiniello: “È un edificio architettonicamente valido, un bell’esempio del suo tempo. Per questo mi chiedo: ma dov’è la sovrintendenza? Come si può approvare questo progetto?.

Grazie a Jorit e alle sue opere però, sono stati messi in luce dei luoghi che prima non venivano presi in considerazione dai turisti e ora invece ne sono attratti proprio grazie ai suoi murales. “Basti pensare al bellissimo San Gennaro, sempre di Jorit, posizionato a via Duomo, alle porte di Forcella. Lì sta benissimo, ha inoltre avuto il pregio di attirare i turisti in un luogo poco frequentato dalle loro rotte. Queste sono le vere operazioni di rigenerazione.

Però c’è anche da fare un’altra considerazione. Perché riempire la città con le facce delle persone sugli edifici? Vogliamo diventare come Cuba? Poniamoci anche l’interrogativo di cosa metterci dentro. Piazza Garibaldi è diventata internazionale con l’intervento di Perrault, non va assolutamente deturpata. Un artista contemporaneo, per quanto bravo, non si mette a dipingere su una statua di Canova. E non si tratta solo di un mio parere”.

Perciò la street art di Jorit per l’architetto funziona solo nei luoghi in degrado. Ma il vero problema, secondo Martiniello, sta nel fatto che:

Con i soldi del progetto si potrebbero fare interventi più utili o magari lanciare un bando, uscendo fuori dalla perenne campagna elettorale in cui viviamo. Basta con questa pratica di “tatuare” la città, bisogna pensare ai contenuti”.

Oltre all’opposizione dell’architetto Martiniello, è poi sorto un altro problema.

Per il murale di Jorit era già tutto firmato, con tanto di comunicato stampa e foto di rito dell’accordo per la realizzazione del murale. Umberto Lebruto, amministratore delegato di Fs sistemi urbani, aveva dichiarato che: “È per noi un onore ospitare una suggestiva opera di Jorit, raffigurante il volto di Pino Daniele, sulla facciata di un immobile di proprietà del gruppo FS Italiane, che conferma una notevole sensibilità ai temi di natura artistico-culturale e di attenzione alla socialità”.

Ma il murale non potrà essere realizzato lì, come rende noto ‘Il Mattino’, dato che il grattacielo di Pier Luigi Nervi, uno dei maggiori artefici di architetture strutturali nel panorama internazionale del Novecento, dal 2004 è sottoposto a vincolo della sovrintendenza di Palazzo Reale.

Luigi La Rocca, scoperto ciò, ha scritto una lettera ai protagonisti di questa vicenda ricordando che nulla può essere fatto su quell’edificio senza permesso e che, per ottenerlo, va presentato un progetto: “La nostra posizione, nei confronti dell’opera di Jorit, non è né un sì né un no, valuteremo con grande serenità ed equilibrio le carte che ci arriveranno, se ci arriveranno, e decideremo”.

Jorit è molto dispiaciuto per quanto è accaduto e le Fs preferiscono prendere tempo perché è assurdo che non sapessero di non poter dare il permesso per la realizzazione dell’opera senza l’Ok della sovrintendenza. Alex Daniele, figlio di Pino, poi afferma:

“Non potevo sapere del vincolo della sovrintendenza, vorrà dire che troveremo un altro posto per l’intervento di Jorit, che ci prenderemo ancora un po’ di tempo per portare a termine il nostro progetto”.


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