Il Messaggero oggi riporta la notizia che nella capitale del Bangladesh, Dacca, con 35/36 euro si possa richiedere un certificato sanitario fasullo che permette ai cittadini di lasciare il Paese nonostante potenzialmente infetti. A denunciare la cosa è Mohammed Taifur Rahman Shah, presidente dell’associazione Ital-Bangla che da anni si occupa dei suoi concittadini appena arrivati in Italia.
Le due storie quindi si intrecciano ed è possibile che, con l’arrivo di questi 600 bengalesi in Italia, ci sia una bomba di virus in circolazione pronta ad esplodere da un momento all’altro.
Tutto è partito dallo stop ai voli dal Bangladesh deciso dal ministero della Salute dopo che sul volo Dacca-Roma atterrato ieri a Fiumicino i positivi al Coronavirus erano arrivati a 36. L’assessore laziale alla Sanità Alessio D’Amato lo ha definito senza troppi complimenti “una vera e propria bomba virale che abbiamo disinnescato con tempestività”, attraverso l’ordinanza firmata ieri dal governatore Nicola Zingaretti.
Ma la sospensione, anche se necessaria, non è sufficiente perché rimane il problema degli scali, ovvero che si possa arrivare in Italia spostandosi dal Bangladesh in un altro paese facendo semplicemente tappa. Intanto i 36 positivi sono stati ricoverati al Covid Hospital di Casal Palocco.
C’è poi la questione dei certificati falsi. “Tutti possono comprare questo certificato, è molto facile, c’è grande corruzione, ci si compra il diritto a volare verso l’Italia e verso l’Europa. Se uno sente di stare male, se sente di essere contagiato, cerca di fuggire per provare a salvarsi la vita in un Paese in cui l’assistenza sanitaria funziona. Stanno sbagliando senza dubbio – dice – ma da una parte c’è il lavoro e la vita, dall’altro c’è il pericolo di morire per una sanità che non esiste“, ha detto Mohammed Taifur Rahman Shah al Messaggero.
Questo rischia di essere un enorme problema per l’Italia e per le Regioni che dovranno monitorare le comunità bangalesi presenti nei propri territori. In Campania e soprattutto nell’aria metropolitana di Napoli è presente una folta comunità di bangalesi; la città più abitata è Palma Campania, seguita da Napoli e da San Giuseppe Vesuviano.