Coronavirus, Oms: “La pandemia sta accelerando. È la più grave emergenza sanitaria globale”


Sulla questione Coronavirus, l’Oms ha palesato forti preoccupazioni. L’epidemia non è al suo punto d’arresto ma, al contrario, sta accelerando sempre più. Lo ha sottolineato Tedros Adhanom Ghebreyesus, direttore generale dell’Organizzazione Mondiale della Sanità, durante la conferenza stampa a Ginevra.

Queste le sue parole: “Giovedì sono sei mesi da quando l’Oms ha dichiarato lo stato di emergenza internazionale. Allora, il 30 gennaio, c’erano meno di 100 casi di Covid al di fuori dalla Cina e nessun decesso. Ciò nonostante fosse il più alto livello di allarme ai sensi del diritto internazionale.”

“Oggi, invece, sono quasi 16 milioni i casi segnalati all’Oms, con oltre 640.000 decessi. E la pandemia continua ad accelerare.”

Come ormai noto, nelle ultime settimane, si è raggiunto il record di contagi a livello mondiale. Anche le nazioni che presentano un quadro stabile, come l’Italia, sono costantemente interessate dall’insorgere di nuovi focolai, seppur di entità minima.

Ciò ha favorito nuovamente l’introduzione di controlli rigorosi e, in alcune regioni, l’emanazione di ordinanze per decretare nuovamente l’obbligo di dotarsi dei Dpi necessari, come nel caso della Regione Campania.

“Nelle ultime sei settimane il numero totale di casi è quasi raddoppiato. Questa è la sesta volta che un’emergenza sanitaria globale viene dichiarata ai sensi dei regolamenti sanitari internazionali. Ma di certo è la più grave” – ha continuato.

“Il Covid ha cambiato il nostro mondo. Ha riunito e separato, ha dimostrato di cosa sono capaci gli esseri umani, sia in senso negativo che positivo. Abbiamo imparato e stiamo ancora imparando moltissimo.”

“Come richiesto dal Regolamento Sanitario Internazionale riunirò il Comitato di Emergenza entro questa settimana per rivalutare la pandemia e comportarmi di conseguenza” – ha concluso.

Il Coronavirus, dunque, per l’Oms è un affare tutt’altro che risolto. Bisogna mantenere alta la guardia e rimanere in attesa di ulteriori comunicazioni.


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