Augias sulla questione meridionale: “È il momento di dimenticare e guardare solo all’avvenire”


Ancora una volta si nega al Sud un pezzo della sua storia: lo ha portato alla luce il professor Gennaro De Crescenzo attraverso un post sulla sua pagina Facebook allegando un video del giornalista Corrado Augias ospite in un programma di Rai3.

Ennesima e clamorosa dimostrazione che in Rai parlano sempre gli stessi per dire sempre le stesse cose quando si deve affrontare il tema della questione meridionale. A “Quante storie” (Rai3, 19/8/20) il solito Barbero che con la sua (onni)presenza, senza mai pareri vagamente discordanti in studio, annulla da solo la sua tesi (“Oggi non è più vero che la storia dei vinti la scrivono i vincitori”).

“Surreale anche l’affermazione “Guai a prendere le memorie di Napoleone e pensare di sapere cosa successe a Waterloo”: è quello che lui ha fatto prendendo in esame una piccolissima parte dei documenti (63 unità archivistiche sulle 2773 presenti, solo a Torino e per meno di due anni) per dichiarare chiusa la questione Fenestrelle.

“La dichiarazione più importante e chiara, però, per capire la linea della Rai e degli storici ufficiali, l’ha rilasciata Augias: “In Italia abbiamo una secolare questione meridionale rinfocolata da una risorgente pubblicistica neoborbonica secondo la quale il Piemonte ha compiuto un’invasione e lo sfruttamento del Sud.

“Non voglio entrare nel merito ma dico solo che siccome questa questione non è stata mai risolta neanche dal punto di vista concettuale fino ad oggi, forse sarebbe bene che venisse accantonata come memoria per guardare solo all’avvenire. L’elogio della memoria va bene ma in qualche caso va bene anche l’elogio dell’oblio”.

“Al di là del riconoscimento del successo delle nostre tesi (“quella risorgente pubblicistica neoborbonica” che da anni costringe Augias e gli altri a trattare questi temi), si tratta di dichiarazioni sconcertanti. In sintesi, per Augias, la questione meridionale, con un Sud che ha la metà dei diritti del Nord da oltre 160 anni, esiste solo perché qualcuno non la denuncia in maniera sacrosanta ma la “rinfocola”.

“In sintesi, siccome non si sa chi ha ragione (anzi: si sa ma è meglio non ammetterlo), dimentichiamo tutto e andiamo avanti. Come se qualcuno avesse il diritto di decidere cosa dimenticare e cosa ricordare. Come se la storia non avesse da insegnarci ancora quello che l’Italia ha fatto e non ha fatto al Sud.

“Come se non ci fosse una terribile e ininterrotta continuità nelle discriminazioni che il Sud ha subito e subisce. Come se qualcuno (e questa cosa ci gratifica molto) avesse paura della verità e della possibilità che qualcun altro inizi a fare certi conti e magari a richiedere, per i nostri giovani, finalmente e veramente pari diritti.

“Forse Augias avrebbe dovuto evitare di dire cose che (ne siamo certi) spesso si sarà detto con colleghi e accademici vari ma per noi va bene così: vuol dire che stiamo percorrendo la strada giusta. Abbiamo per l’ennesima volta inviato una nota alla Commissione Vigilanza della Rai richiedendo, su temi così complessi e importanti anche per il futuro del Sud, un necessario, urgente e democratico dibattito”.

Per quanto sia naturale poter avere visioni contrapposte riguardo la questione meridionale e l’Unità d’Italia (oppure riguardo qualsiasi altro avvenimento storico), estremamente scorretto è prendere atto della storia e volerla cancellare per perseguire i propri scopi. Qui di seguito, il post completo del prof. De Crescenzo sulla sua pagina Facebook:


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