Paola Maria Gaglione morta, il parroco Patriciello: “Stiamo attenti a dipingerla come omofobia”


La notizia della morte di Paola Maria Gaglione ha lasciato tutti senza parole. La ragazza era innamorata di un ragazzo trans, Ciro, ma il fratello di lei non sopportava che lo frequentasse per cui aveva deciso di darle una “lezione”. Dunque l’ha inseguita con lo scooter finché, tamponandola, l’ha uccisa. Secondo la versione dei fatti della famiglia di Paola Maria e Michele Gaglione e riportata dal parroco del Parco Verde di Caivano, don Maurizio Patriciello, si è trattato di un incidente. “Michele era uscito per convincere la sorella Maria Paola a rientrare a casa ma non l’ha speronata, è stato un incidente”.

È una famiglia distrutta e che non si dà pace per una figlia appena maggiorenne – prosegue don Maurizio Patriciello, secondo quanto riportato da Ansa.it, prendendo le difese della famiglia della ragazza – Ma stiamo attenti a dipingerla come una storia di omofobia. Forse non sanno nemmeno cos’è. Quel che è vero è che non erano preparati e non vedevano di buon occhio la relazione con Ciro ma so che si stavano abituando all’idea. Tuttavia erano preoccupati perché Maria Paola era andata via di casa a soli 18 anni e temevano per un futuro senza lavoro e più che mai incerto”.

La ragazza pare vivesse la sua storia d’amore con Ciro appoggiandosi presso residenze provvisorie, a volte alloggiava da amici, altre dai parenti di lui e questa situazione non era ben vista dalla sua famiglia. Intanto, di opinione esattamente opposta a quella del parroco è la madre di Ciro, che attacca a viso aperto la made della ragazza accusandola di proteggere il figlio, il quale secondo lei avrebbe fatto bene a compiere il suo gesto.


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