Finelli, vice presidente Arcigay Napoli: “Femminicidio e odio transfobico. Chi prova a giustificare rischia di sembrare complice”


“Relazione lesbica”, “ragazza gay morta”, “compagna della ragazza gay morta”. In questi due giorni i media italiani hanno cercato in tutti i modi di definire il tipo di rapporto che avevano instaurato Maria Paola e Ciro. L’etichettare la loro storia ha portato a compiere degli errori e ha mostrato come, anche nel nostro settore, la strada per il giusto riconoscimento dei diritti lgbt sia ancora lontana. Una confusione che spesso vede identità di genere ed orientamento sessuale delle persone coincidere erroneamente. Ciro, anche se nato donna, è un uomo perché si identifica come uomo. Sbagliato quindi definirlo come compagna o definire la relazione con Maria Paola come lesbica.

Per questo abbiamo chiesto a Claudio Finelli, docente e vicepresidente dell’Arcigay di Napoli, di fare un po’ di chiarezza sui corretti termini da usare.

Qual è la differenza tra identità di genere e orientamento sessuale?

“L’identità di genere riguarda la soggettiva e personale identificazione di un individuo con un genere e, pertanto, prescinde dal sesso biologico. L’orientamento sessuale riguarda la soggettiva e personale attrazione sessuale per una persona del proprio stesso genere, per una persona di altro genere o per persone di entrambi i generi”.

Perché è sbagliato scrivere relazione lesbica, gay, lgbt?

“Non è sbagliato scrivere relazione lesbica sé si sta parlando di una relazione tra donne e non è sbagliato scrivere relazione gay se si sta parlando di una relazione tra maschi. L’errore è negare il fatto – ad esempio – che nella relazione tra Maria Paola e Ciro si trattava di una relazione tra una ragazza e un ragazzo transesssuale FtM (sigla inglese indicante una persona che opta per una transizione del proprio corpo da femmina a maschio, ndr). Questa forma di negazione è gravissima perché cancella non solo le storie ma le intere esistenze di tantissime persone transessuali, sia FtM (da maschio a femmina, ndr) che MtF, che devono essere riconosciuti con dignità e rispetto”.

Quando si definisce una persona trans?

“Una persona transessuale è una persona che non si identifica con il genere biologico di nascita e decide di compiere un percorso funzionale a “rinascere” nell’identità di genere percepita. Bisogna riconoscere e rispettare la dimensione identitaria delle persone transessuali”.

Perché quello di Maria Paola si può considerare un femminicidio e un caso di odio transfobico?

“È un femminicidio perché Antonio, il fratello di Maria Paola, avrebbe deciso di dare “una lezione” alla sorella, uccidendola, esercitando in tal modo una paleolitica violenza punitiva di matrice maschilista ed eteropatriarcale. La violenza di Antonio nasce dalla percezione misogina di Maria Paola come donna che, in quanto tale, dovrebbe soggiacere all’autorità maschile, autorità che nega ogni autonomia e individualità alla donna. È un episodio di transfobia perché l’odio di Antonio nasce dal rifiuto e dal disprezzo per Ciro in quanto ragazzo transessuale“.

Da poco è stata approvata in Campania la legge contro l’omolesbobitrasfobia. Cosa comporta e che reati in base a questa legge ha commesso il fratello di Maria Paola?

“La legge regionale contro l’omotransfobia, approvata ad inizio agosto, ha un’enorme importanza anche perché riconosce un’emergenza reale, cioè la reiterata violenza a cui sono sottoposte le persone Lgbt per il solo fatto di essere persone Lgbt: come nella vicenda di cronaca che ha condotto alla morte di Maria Paola. Non sono un giurista, ma credo che nel reato commesso da Ciro si possano riconoscere le coordinate dell’aggravante riferibile all’odio omotransfobica”.

L’Arcigay Napoli ha anche sentito Ciro e si è offerta di dare al ragazzo e a sua madre tutto il sostegno legale e psicologico possibile. Date le minacce ricevute in passato questa si può considera una morta annunciata?

“Daniela Lourdes Falanga, presidente di Antinoo Arcigay Napoli e leader nazionale del movimento transessuale, ha incontrato Ciro nella giornata di domenica. Il ragazzo è molto provato e con le lacrime agli occhi ha chiesto di poter salutare per un ultima volta la donna che ama. Penso sia grave parlare di morte annunciata, credo sia una sconfitta accettare che esistano “morti annunciate”. La violenza non può e non deve essere “annunciabile”. Non ci sono giustificazioni per questo genere di vicende. Chi prova a giustificare, rischia di sembrare complice“.

Maria Paola e Ciro si amavano e l’unica relazione tra loro era quella amorosa. Un amore che andava oltre le etichette.


Ricevi le nostre ultime notizie da Google News: clicca su SEGUICI, poi nella nuova schermata clicca sul pulsante con la stella!
SEGUICI