Covid, il racconto di Giulio Golia sul covid: “Ho perso l’udito ad un orecchio. Non è solo una febbriciattola”


Giulio Golia, il noto inviato de “Le Iene”, finalmente guarito dal Covid-19, ha deciso di raccontare la sua esperienza. Lo ha fatto rivolgendosi al giornalista Gianluca Veneziani del quotidiano “Libero”.

“Tutto è iniziato come asintomatico. Ero stato a contatto con un positivo incontrato per un pranzo di lavoro. Dopo due giorni ho avuto dolore, tosse, peso ai bronchi, fortissima emicrania, non riuscivo a tenere gli occhi aperti. Vedevo le ombre, la saturazione è scesa a 93. Non ho mai avuto febbre, l’olfatto è rimasto ma ho perso l’udito all’orecchio sinistro. Ancora oggi non l’ho recuperato totalmente.”

Stessa sorte anche per sua moglie che ha rischiato il ricovero per l’indice di saturazione a 90, oltre ad una febbre che le ha provocato dei collassi. A tal proposito la “iena” dichiara: “Mi fanno arrabbiare quelli che dicono ‘non è nulla, solo una febbriciattola’. Ma dipende dalle tue difese immunitarie.”

Altra cosa da rimproverare, secondo Golia, è il comparto gestionale che lascia i pazienti completamente abbandonati a sé stessi: “Sei chiuso in casa e cerchi aiuto. Ho avuto difficoltà io a sentire l’Asl o Immuni, figuriamoci le persone normali. Dicono di non assalire i pronto soccorso ma alla fine, in assenza di risposte, sei costretto a farlo.”

Oltre a problemi pratici: “L’immondizia dei malati Covid ad esempio va gestita in modo particolare, ma se non puoi uscire come fai? Dopo 4 giorni in casa puzza, devi chiedere l’elemosina agli amici per venire a buttarla. E alla farmacia per le medicine? La solidarietà non dura per sempre. La gente è esasperata perché non ha risposte, sono lì ad aspettare un’ipotetica telefonata.”

Dunque, manca un sistema di supporto concreto, così come lamentano anche altri cittadini che hanno vissuto l’esperienza del Covid. Giulio Golia, inoltre, racconta di aver riscontrato problemi a segnalare la sua positività al Covid-19 tramite l’app Immuni.

“Lavoro a stretto contatto con tante persone e loro hanno saputo che avevo il Covid dopo 12 giorni. Con il lavoro che faccio, poteva essere una strage” – continua.

Il prossimo giovedì, Giulio Golia tornerà in Tv con “Le Iene”: “Sono andato nei quartieri popolari a raccontare la crisi. Molte persone non hanno nemmeno un’auto, se stanno male e non sono seguite si recano in ospedale con i mezzi pubblici.”

 


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