Torre Annunziata tra memoria e identità: il festival digitale per i 700 anni della città


Dal 22 dicembre inizia il Festival dedicato al 700enario della fondazione di Torre Annunziata (19 settembre 1319). L’evento “Torre Annunziata tra memoria e identità” sarà online ed è stato completamente finanziato dai fondi Poc della regione Campania per i siti dell’Unesco: l’area archeologica di Napoli, Pompei, Ercolano e appunto Torre Annunziata. Lo scopo del festival è ripercorrere la storia di Turris Annunciatae e a valorizzarne risorse, bellezze e tesori nascosti senza tralasciare tradizioni, folclore, devozione e fede come la Madonna della Neve.

La direzione artistica è stata affidata al cantautore e musicista Ignazio Scassillo di fama nazionale,  mentre il coordinamento tecnico e la regia alla società di comunicazione «Younik» capitanata dal noto regista Onofrio Brancaccio.

Per assistere alla kermesse bisognerà collegarsi alla piattaforma digitale e Web-Tv «700-Torre» che sarà il veicolo, insieme ai social Facebook e Instagram, per la diffusione dei contenuti. Nella stessa giornata tramite la piattaforma si potrà assistere alla diretta della finale di “Corto Dino”, il festival internazionale del cortometraggio dedicato alla memoria della famiglia De Laurentis.

Per l’evento il regista Onofrio Brancaccio ha realizzato quattro mini documentari dedicati alla città. Tra i tanti artisti che interverranno invece avremo il maestro Gennaro Desiderio, il chitarrista Francesco Buzzurro, la Carousel Band e il pianista Lorenzo Hengeller. Per l’occasione collaborerà anche il liceo musicale «Pitagora- Benedetto Croce» che ha messo a disposizione il suo studio di registrazione all’avanguardia dove ospiterà gli artisti protagonisti del Festival di Torre Annunziata. E’ previsto anche un omaggio al giornalista del Mattino Giancarlo Siani, cronista negli anni ’80 proprio a Torre Annunziata e ucciso dalla camorra il 23 settembre del 1985.

«Il progetto doveva partire già un anno fa – dichiara il direttore artistico Ignazio Scassillo – ma il Covid ha rallentato tutto e, a causa delle restrizioni, abbiamo dovuto rimodulare la rassegna e trasporla dal reale al digitale. Tuttavia, non perde il proprio obiettivo e il file rouge: quello di un progetto socio culturale che intende creare uno scambio culturale aperto e accessibile a tutti. Anzi, la piattaforma digitale può prestarsi a superare ogni confine e far sì che la Cultura e l’Arte siano fruibili da tutti perché, a mio parere, non sono elitarie ma diritto di ognuno. Il mio desiderio è che questa terra, spesso associata al malaffare, possa svelarsi nella sua bellezza e avere il suo riscatto. L’intento è che la piattaforma, anche dopo il progetto, possa diventare una sorta di museo e vetrina virtuale che apra le porte a molti artisti emergenti e consenta un maggiore interscambio tra cittadini e Istituzioni».

 


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