Qualità della vita, Napoli non è così male: Milano tra le ultime nella classifica mondiale


Ogni anno in Italia viene stilata la classifica delle città in cui (in poche parole) sarebbe consigliato o sconsigliato andare ad abitare (o magari visitare), per via di diversi parametri che spesso vengono individuati nel livello di occupazione, nella qualità dell’ambiente, nella sicurezza, e così via. La cosa strana è che spesso ci domandiamo effettivamente se questi parametri poi portino a dei risultati obiettivi ed efficaci o se magari a questi dovrebbero essere aggiunti l’ambiente, il clima, i paesaggi, oltre magari al tasso di suicidi, dei femminicidi, degli omicidi e dell’utilizzo di antidepressivi (secondo il Quotidiano Nazionale nel 2018 le città del Sud sono all’ultimo posto per l’utilizzo di tali sostanze).

Insomma è un fatto risaputo che quando in Italia vengono stilate le classifiche annuali per la qualità della vita, specialmente se condotte da media del Nord, si preferisce tenere conto solo di alcuni parametri, piuttosto che di altri e magari cavalcando anche dei luoghi comuni vecchi quanto il mondo. Siamo chiaramente abituati a vedere le città settentrionali ai primi posti delle classifiche nazionali (anche per la concentrazione di aziende che magari “supportano” quegli organi di informazione), piuttosto che le città del Sud quasi sempre nelle ultime posizioni di queste classifiche, “magari” per disincentivare politicamente l’assegnazione di certi fondi per quelle zone “irrecuperabili” ed assegnarli ad altre più “virtuose e meno sprecone”. Salvo poi sapere che i più grandi sprechi in Italia li abbiamo visti in quelle regioni settentrionali e il pensiero va a Expo, Mose, Tav, Pedemontana e banche varie per miliardi di euro.

Ed anche nel 2020 sempre le stesse classifiche, con poche variazioni e anche dopo aver visto le capacità dimostrate dal Sud nel superare le emergenze sanitarie che ormai da un anno ci accompagnano quotidianamente: il Sud è stato in grado di curare tutti i malati di Covid-19 bisognosi di cure perché la sanità del Nord era al collasso (non dimentichiamolo mai) senza negare cure a nessuno e rispettando in maniera virtuosa le regole. Qui nessuno vuole pensare che magari sarà anche un modo per disincentivare chi vuole tornare al Sud a lavorare in “South-Working” o per disincentivare la distribuzione dei fondi del Recovery fund, ma certamente queste classifiche ormai dopo decenni, devono restare tali per mantenere un certo sistema.

Così anche le città della nostra regione sono state messe tra gli ultimi posti nella classifica del 2020 di un celebre quotidiano nazionale, con Napoli che crolla al 92esimo posto (-11 rispetto all’anno precedente). E non importano la solidarietà, l’umanità e le eccellenze che il mondo intero nel 2020 ha decantato di questa città e delle regioni del Sud.

Peccato anche che Lenstore presentava una classifica di 44 metropoli dove vivere una vita sana e felice, valutandone lo stile di vita in base a dieci parametri: le ore di luce solare, il costo dell’iscrizione in palestra, il livello di inquinamento dell’aria e dell’acqua, le attività all’aperto, il costo di una bottiglia d’acqua, le ore di lavoro, e così via. Milano si presenta tra gli ultimi posti, dopo Johannesburg, in Sudafrica, pur trovandosi nel “Bel Paese”. Senza voler fare gare inutili tra le varie città italiche, se Napoli fosse rispettata in Italia dalla stampa e dai media italiani, sarebbe stata considerata nelle classifiche internazionali in maniera diversa. Siamo infatti di fronte a parametri dove è facile supporre che la città partenopea sarebbe in grado di raggiungere un risultato migliore. Questo significa che se la celebre classica nazionale non valutasse solo fattori economici, come il numero di bancomat esistenti, forse le città del Sud sarebbero più in alto.

Ricordiamo l’errore che fece il “The Sun” qualche anno fa, quando classificò Napoli tra le prime città più pericolose del mondo, salvo poi scusarsi dopo le proteste del Movimento Neoborbonico, dimostrando che i media nazionali (e certi film), non dipingevano la città nel modo giusto, facendo passare altri messaggi tutt’altro che veritieri con danni che vanno oltre le classifiche.


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