Tra le conseguenze più gravi della pandemia vi è indubbiamente il cosiddetto “long covid”, la sindrome che affligge la maggior parte dei pazienti guariti. A breve, però, anche questi disagi potrebbe essere curati gratuitamente, grazie a un piano messo a punto dal Ministero della Salute.

La coda della polmonite interstiziale provocata dal virus, o anche dell’infezione paucisintomatica, può durare mesi e compromettere gravemente la qualità di vita. I sintomi del long covid sono disparati e tutti piuttosto fastidiosi, se non invalidanti: affaticamento e debolezza muscolare, mal di testa, dispnea, perdita dell’olfatto, ma anche disturbi del sonno, ansia, depressione.

“Solo il 20% dei pazienti che ha avuto il Covid-19 è completamente ristabilito, senza nessun sintomo”, spiega il professor Francesco Landi, responsabile del Day Hospital post-Covid del Policlinico Gemelli di Roma, che da un anno monitora gli effetti a lungo termine del virus sui pazienti guariti. “Quello più comune, a distanza di 2-4 mesi, nel 50% delle persone colpite dal virus è l’affaticamento fisico, a seguire la tosse“.

Sul fronte economico il ministro della Salute Roberto Speranza, in vista del decreto Sostegni bis, sta lavorando a un piano da 50 milioni di euro. L’obiettivo è garantire cure gratuite per due anni ai pazienti che hanno avuto il Covid nella forma più grave e che sono stati ospedalizzati, e un monitoraggio ad hoc. Un ulteriore passo avanti per combattere la pandemia, e far sì che tutti possano tornare gradualmente a una vita normale.

I pazienti che soffrono di long covid, infatti, devono essere sottoposti a controlli periodici nel tempo. Anche se i danni permanenti non sono frequenti, è comunque necessario seguire un programma di riabilitazione e sostegno nutrizionale per controllare la perdita di massa muscolare, oltre che per la gestione degli effetti psichici della malattia e le sue conseguenze in ragione di un possibile disturbo post-traumatico da stress.