Denise Pipitone, l’ex pm: “É ancora viva. Volevano ucciderla ma qualcuno lo ha impedito”


Si continua ad indagare sulla scomparsa di Denise Pipitone, intrisa di misteri e dettagli irrisolti, ma secondo l’ex pm Maria Angioni la bambina rapita a pochi anni sarebbe ancora viva. A sua detta, ben presto si arriverebbe alla tanto agognata verità sul caso che ha suscitato grande commozione in tutto il Paese.

Denise Pipitone, l’ex pm: “É ancora viva”

Maria Angioni, ex pm della Procura di Marsala si è occupata della vicenda Pipitone fino al 2005 quando, a seguito del suo trasferimento in Sardegna, non ha seguito più quel caso. La giudice, nel corso di un’intervista rilasciata a Silvia Sanna de ‘La nuova Sardegna’, ha rivelato: “La bambina è ancora viva, quasi sicuramente ignara del suo passato. Non sa del clamore che suscita la sua storia a distanza di tanti anni”.

Una supposizione basata sull’esistenza di quello che definisce un ‘patto’: “Chi prese Denise voleva ucciderla ma qualcun altro lo ha impedito. Non è stata riconsegnata alla famiglia perché c’era un patto. Chi odiava Piera voleva uccidere la bambina ma qualcuno deve averla consegnata ad altri, assicurandosi comunque che la madre non la rivedesse più. Adesso però questo patto è saltato e chi è stato zitto per paura sta iniziando a parlare”.

Dopo ben 17 anni dalla scomparsa, infatti, sono emerse rivelazioni inedite da parte di un soggetto che, in forma anonima, si è rivolto prima al legale che segue il caso, Giacomo Frazzitta, poi alla trasmissione ‘Chi l’ha visto’. In più al centro delle indagini è tornata nuovamente la figura di Anna Corona, ex compagna del marito di Piera Maggio.

A tal proposito la Angioni ribadisce: “Bisognava investigare sulla famiglia allargata Corona-Pulizzi. Finché l’inchiesta è stata in mano alla mia squadra e ai due pm che lavoravano con me, siamo andati in quella direzione. Era una sorta di clan con una rete fitta di parentele e amicizie”.

Su Anna Corona: “Disse che quel giorno era rimasta a lavoro in hotel fino alle 15.30, come scritto nel registro delle presenze. Fu l’amica a firmare per lei: la donna lo ha confessato pochi giorni fa. Ha deciso di parlare dopo 17 anni, segno che non vi è più un patto da rispettare”.

La giudice ipotizza che la piccola sia stata consegnata a un gruppo di rom, non escludendo che la bambina avvistata in Lombardia, avvistata da una guardia giurata, fosse stata proprio Denise.


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