Bimbo caduto dal balcone, il domestico: “Lo tenevo in braccio ma non l’ho buttato”

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Proseguono le indagini sulla morte di Samuele, il bimbo di soli 4 anni morto dopo esser precipitato dal balcone di casa, che hanno portato al fermo di un 38enne, collaboratore domestico della famiglia, che, tuttavia, ha negato di aver scaraventato volutamente il bimbo.

Bimbo precipitato dal balcone, il domestico ha negato: “Non l’ho buttato”

Stando a quanto rende noto l’Ansa l’uomo ha ammesso che si trovava su quel balcone, al momento della tragedia, con in braccio il bimbo ma si è difeso spiegando di non aver provocato la sua morte volontariamente. Il 38enne agli inquirenti ha detto di soffrire di disturbi psichici e non ha saputo ricostruire con esattezza la dinamica della vicenda. Resta, dunque, stando alle sue parole, l’interrogativo sugli attimi che hanno preceduto la caduta del bambino, causandone la morte.

L’uomo svolgeva il servizio di pulizie per diverse famiglie del posto e, per tale motivo, frequentava abitualmente l’abitazione. Nella giornata di ieri la Polizia di Stato ha eseguito un provvedimento di fermo a suo carico che, con l’udienza prevista per domani, lunedì 20 settembre, alle 9:30, dovrà essere convalidato o meno.

Intanto l’intera città di Napoli si è stretta al dolore dei familiari e in molti si sono riversati in via Foria, presso l’abitazione del piccolo, per lasciare un fascio di fiori bianchi. Lo stesso presidente della III Municipalità, Ivo Poggiani, ha dichiarato: “Una tragedia enorme. Inaccettabile la morte del piccolo Samuele. Nella terribile solitudine del dolore dei familiari, non possiamo fare altro che stringerci come comunità. Gli inquirenti sono sul posto per ricostruire la dinamica. Che la terra ti sia lieve piccolo”.


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