Quando finirà la pandemia: cosa dicono gli esperti e l’esempio della Spagnola


A circa due anni dall’avvento del covid diversi sono gli esperti che hanno cercato di rispondere ad uno degli interrogativi più frequenti degli ultimi mesi: quando finirà la pandemia? Un quesito che non trova una risposta certa ma che, attraverso studi ed esempi storici, apre la strada a nuovi possibili scenari.

Covid, quando finirà la pandemia: le stime degli esperti

Ancora oggi, con la diffusione della variante Omicron, l’emergenza sanitaria continua a registrare numeri importanti nel nostro Paese ma ben presto potrebbe assumere i caratteri di un’endemia. Con tale termine si designa una costante presenza di contagi ma totalmente gestibili.

Il mondo scientifico, infatti, concorda sul fatto che la pandemia non finirà da un giorno all’altro ma favorirà nuove forme di convivenza con un virus che circolerà in modo sempre più controllato, con un tasso di mortalità che diventerà pari o inferiore a quello di una comune influenza.

Un ritorno alla normalità che secondo Matteo Bassetti, direttore della Clinica Malattie Infettive Ospedale Policlinico San Martino di Genova, sembra essere vicino. Intervenuto a ‘Un giorno da pecora’, su Rai Radio 1, infatti, ha dichiarato: “Già in primavera, tra aprile e maggio 2022, ragionevolmente saremo fuori dalla pandemia. Spero che potremmo togliere le mascherine visto che avremo il 95% di vaccinati”.

PL’Italia potrebbe seguire la scia della Regno Unito dove nei prossimi giorni sarà revocato l’obbligo di Green pass, mascherine e smart working. Lo stesso professor Bassetti, all’Adnkronos Salute, ha rivelato: “Lì vedono la luce in fondo al tunnel. C’è un calo di ricoveri e contagi, una riduzione della circolazione del virus e della gravità della malattia. Lo vedremo prestissimo anche in Italia”.

“Gli ultimi dati britannici ci offrono basi per sperare. Guardando le cose dal punto di vista del Regno Unito sembra che ci sia la luce in fondo al tunnel” – ha dichiarato David Nabarro, emissario speciale dell’Organizzazione Mondiale della Sanità sottolineando, tuttavia, l’importanza continuare a mantenere un elevato livello di prudenza.

Anche il virologo Fabrizio Pregliasco, intervenuto all’Adnkronos, ha ipotizzato un graduale ritorno alla vita di tutti i giorni: “Arriveremo presumibilmente a un livello di tollerabilità e di riduzione di casi. Secondo me avremmo un andamento a onde e la prossima sarà molto più bassa perché saremo in gran parte immuni. In qualche modo il covid diventerà una cosa simile al virus influenzale stagionale. Ovviamente non ora con tutti questi decessi. Del resto anche con l’influenza abbiamo 10 mila morti all’anno”.

Tesi validate anche da uno studio condotto dai ricercatori statunitensi, David Robertson e Peter Doshi, che hanno analizzato l’andamento delle passate pandemie virali respiratorie, prime fra tutte l’influenza Spagnola del 1918, da sempre considerata molto simile al covid. In quel caso il virus non è mai scomparso del tutto ma l’emergenza risultò cessata quando, nel 1920, la società raggiunse un’immunità collettiva.

Attraverso un report, pubblicato sul ‘British Medical Journal’, i due analisti hanno precisato che l’uscita dalla pandemia avverrà gradualmente e in modo non uniforme con una società adattata a convivere con il nuovo agente patogeno. Scenari che, con una campagna vaccinale ormai avanzata oltre all’immunità indotta dalla guarigione stessa, potrebbero non essere lontani.


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