Al Sud si cambia la storia: da liceo “Vittorio Emanuele” a “Federico II”


Un gruppo di studenti ha cambiato il nome alla propria scuola, esponendo davanti la sede centrale del liceo classico Vittorio Emanuele II uno striscione in cui si legge «Liceo classico Federico II-Al Idrisi». A dirlo è la pagina Facebook Trinacria.

Liceo classico, a Palermo studenti cambiano il nome

«La nostra scuola si trova in uno dei centri storici più antichi e grandi d’ Europa. Le strade che la circondano sono state attraversate da tantissime culture, lingue, comunità che nei secoli si sono intersecate tra di loro, creando un patrimonio senza precedenti» – scrivono gli studenti in una nota.

Palermo è una città ricca di cultura e storia, dove si parlano più di venticinque lingue, mercati dove si può trovare tutto il necessario per vivere a prezzi popolari; dove arabi, normanni, rom, bangla, siciliani formano un’unica collettività. Ma è anche la città con alti tassi di povertà e disoccupazione.

Così per mandare un segnale di protagonismo e riappropriazione culturale hanno deciso di cambiare il nome della scuola da “Vittorio Emanuele II” a “Liceo classico Federico II- Al Aldrisi”.

Perché Federico II e Aldrisi

«Al Aldrisi – scrivono gli studenti – fu il geografo che nella corte di Ruggero II tracciò per la prima volta la mappa della Sicilia. Un arabo, ma anche un siciliano, che vedeva il mondo dal sud e disegnò l’isola ribaltata. Noi come lui vogliamo ribaltare la decisionalità, vogliamo una scuola a misura di studenti».

E poi c’è Federico II, la cui tomba si trova proprio difronte il Liceo in questione, dentro la maestosa cattedrale di Palermo. Istituì la scuola poetica siciliana, aprì la strada alla nascita del volgare, in un’epoca in cui il latino era dato solo a pochi e l’analfabetizzazione era prassi, creando un modo di comunicare accessibile a tutti, da Dante al putiaro del Cassaro alto.

«Entrambi i personaggi sono esempi di rivalsa, costruzione di realtà alternative in cui tutti possono rivedersi come protagonisti nei propri contesti» – concludono gli studenti.


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