Stabiae, dagli scavi emerge serbatoio in piombo: alimentava Villa Arianna

Stabiae


Stabiae (Castellammare), scoperto serbatoio in piombo. Sembra un impianto moderno il serbatoio idrico in piombo emerso negli scavi nell’area archeologica dell’antica Stabiae, città sepolta dall’eruzione del Vesuvio del 79 d.C. insieme a Ercolano e Pompei.

Serbatoio in piombo da Villa Arianna

A dare la notizia è la pagina facebook del Parco Archeologico di Pompei: “Anche l’antica Stabiae rivela eccezionali reperti sulla vita quotidiana di epoca romana. Elementi del sistema idrico, tra cui un serbatoio in piombo decorato sono riemersi nel corso dei lavori per la fruizione ampliata e l’abbattimento delle barriere architettoniche in corso a Villa Arianna“.

La pulizia archeologica nel peristilio piccolo (giardino colonnato) della Villa Arianna ha fatto emergere elementi del sistema idrico romano, che facevano parte dell’impianto di distribuzione dell’acqua all’interno della domus e che ha portato alla luce un serbatoio in piombo decorato.

Come funzionava il sistema idrico della domus

Un rinvenimento importante per lo stato di conservazione e perché è stato rinvenuto nella sua posizione originaria che consente di capire meglio il funzionamento necessario sia a regolare il flusso dell’acqua sia a smistarlo nei vari ambienti della villa. Collegate al pezzo centrale sono emerse anche due tubazioni che alimentavano rispettivamente l’impianto termale della villa e il gioco d’acqua che abbelliva l’impluvio (vasca centrale di raccolta delle acque) presente nell’atrio.

Un serbatoio come questo, con le sue chiavi di arresto, rientra in quella tipologia di impianti e apprestamenti che possono sembrare quasi moderni per come sono fatti e che hanno sempre destato stupore sin dalle prime scoperte tra Stabia, Pompei e Oplontis. Gli antichi anche in questo caso non hanno rinunciato a un elemento ornamentale, un astragalo in rilievo, che forse caratterizzava la bottega che l’ha prodotto, a mo’ di un marchio moderno” racconta ad Ansa.it il direttore del Parco Archeologico di Pompei, Gabriel Zuchtriegel.


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