Agguato a piazza Nazionale. Nurcaro: “So chi è il killer”


Salvatore Nurcaro, una volta portato in ospedale, in seguito all’agguato avvenuto in piazza Nazionale lo scorso 3 maggio, in cui è stata coinvolta la piccola Noemi, ha iniziato a inveire contro la sua ex, chiamandola “infame” e sospettando il suo coinvolgimento nell’agguato.

A partire da quelle parole è nato un altro filone di inchiesta che vuole fare chiarezza in merito all’agguato, legato a doppio filo al contesto criminale a cui Salvatore Nurcaro appartiene. L’ultima informativa risalente al 10 giugno sul caso parte proprio dagli affari che Nurcaro intrattiene con gli eredi del clan Reale del rione Pazzigno, “quelli di dietro la cappella”.

Legata ai Reale sarebbe proprio l’ex compagna di Nurcaro. Alcune ore prima la donna si sarebbe recata “dietro la cappella” perché voleva chiarire con Nurcaro la questione del proprio sostentamento economico.

In un’intercettazione il fratello di Nurcaro è chiaro: “È andata là fuori, è andata con la mamma e con un signore, a cercargli i soli. Azz alle quattro è andata dietro la cappella e alle cinque è successo il fatto”.

Nurcaro ha avuto discussioni anche con il figlio di Antonio Marigliano, esponente di primo piano del clan Formicola, gruppo da sempre legato ai Reale. La cimice che è stata messa in casa Nurcaro capta delle frasi pronunciate dal padre della vittima:

“Tu ti vai a mettere con i fratelli cugini tuoi e sei andato a fermare uno a uno a San Giovanni”, facendo riferimento ad un debito contratto dal figlio: “Si è pigliato questi soldi del figlio di Silano” (riferendosi ad Antonio Marigliano) nonché cugino della ex compagna di Nurcaro, al punto che Nurcaro senior comincia a sospettare anche un coinvolgimento di questi ultimi.

Lo stesso Nurcaro in ospedale, stando alle nuove intercettazioni, avrebbe confermato di aver visto e riconosciuto il killer, definendo anch’egli un “infame”, in quanto appartenente al suo contesto familiare, ma senza mai fare il nome di Armando Del Re (indagato come esecutore materiale). “Preferivo che a sparare fosse uno dei Mazzarella…”, dice Nurcaro, facendo intendere che proprio uno della sua cerchia lo aveva tradito.


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