Insulti alla prof e scuola in fiamme: bufera su un videoclip girato in una classe di Caserta


Seduto su una sedia sopra la cattedra, passamontagna in faccia, felpa nera con la scritta ‘illegal’ e dito medio alzato. Inizia così il videoclip della canzone di ‘Bomberup Ft.Joka’ dal titolo ‘Scuola‘.

Un filmato, interamente girato in una scuola di Marcianise, che ha fatto scattare le proteste di alcuni genitori e ha spinto il Ministero dell’Istruzione a inviare gli ispettori. Il testo della canzone infatti non è propriamente adatto ad una struttura scolastica. I due trapper casertani infatti raccontano di come sia difficile andare a scuola che ‘fa diventare come un barracuda quando la professoressa fa la furba’. E via con una serie di parolacce rivolte all’insegnante e a una ragazza conosciuta e portata a letto. E ancora una descrizione di uno spaccio con tanto di grana conquistata dopo essere sceso in piazza. Nel filmato poi, grazie agli effetti speciali, si vede addirittura il cortile della scuola che brucia.

Caricato l’8 gennaio, sono 52 mila le visualizzazioni su YouTube e tantissimi i commenti (favorevoli) dei compagni di classe. Il dirigente scolastico dell’Istituto Comprensivo ‘Aldo Moro’ di Marcianise ha ammesso di aver dato il consenso a girare il video della canzone nella scuola. I due ragazzi si erano presentati con una proposta che riguardava il disagio sociale e il preside però non aveva letto il testo. Alla fine di ‘Scuola’ infatti si legge:

“Ci insegnano a contare i secondi, i minuti, le ore, i giorni e gli anni… ma nessuno ci spiega il valore di un attimo”.

Anche se il messaggio sociale dal videoclip con tanto di scuola in fiamme non si comprende. In altri filmati del cantate Bomber Up caricati su YouTube si può notare un filo conduttore delle sue canzoni: le fiamme, i soldi e le parolacce. Oltre all’ambientazione a Caserta paragonata a una Favelas. Il cantante Joka invece ha poi dichiarato su Facebook che stava preparando una canzone con Nina Moric e che poi è stato fatto fuori dal progetto.

Sono sempre più al limite i testi dei cantanti rapper. Basti vedere la polemica sollevata dalla partecipazione a Sanremo di Junior Cally, giudicato di scrivere testi sessista, con una preside campana che ha lanciato una petizione.


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